Letterato italiano. Allievo di Pomponazzi a Padova, si trasferì in
seguito nella città natale per aiutare Aldo Manuzio il Vecchio nella
edizione dei classici latini. Custode della Biblioteca del cardinal Bessarione
in San Marco dal 1516, continuò la
Storia di Venezia di Sabellico.
Nominato, quindi, ambasciatore in Spagna, fu amico del poeta J. Boscàn
influenzandone l'orientamento petrarchesco italianizzante. Godette di fama di
grande umanista, come è testimoniato dalla dedica del libro del
Fracastoro (
Naugerius, sive de poetica), in cui è considerato uno
dei maggiori interpreti del testo aristotelico. Scrisse una serie di note in
volgare sulla ambasceria in Francia, che furono pubblicate postume insieme ad
altre su una seconda ambasceria in Spagna (
Viaggio in Spagna e in
Francia, in
Opera omnia, 1718). Interessanti sono le cinque
Epistole a G. Ramusio. Fu anche celebre oratore e scrisse le orazioni
funebri per Caterina Cornaro regina di Cipro (1510), per Bartolomeo d'Alviano
(1515) e per il doge L. Loredan (1521). La sua fama è legata soprattutto
alla raccolta di poesie latine chiamate
Lusus, pubblicata postuma nel
1530, con egloghe ed epigrammi pastorali dai toni idillici, di gusto raffinato
nei quali riuscì a fondere mirabilmente la tradizione classica e il
modello petrarchesco (Venezia 1483 - Bois 1529).