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Navagèro, Andrea.

Letterato italiano. Allievo di Pomponazzi a Padova, si trasferì in seguito nella città natale per aiutare Aldo Manuzio il Vecchio nella edizione dei classici latini. Custode della Biblioteca del cardinal Bessarione in San Marco dal 1516, continuò la Storia di Venezia di Sabellico. Nominato, quindi, ambasciatore in Spagna, fu amico del poeta J. Boscàn influenzandone l'orientamento petrarchesco italianizzante. Godette di fama di grande umanista, come è testimoniato dalla dedica del libro del Fracastoro (Naugerius, sive de poetica), in cui è considerato uno dei maggiori interpreti del testo aristotelico. Scrisse una serie di note in volgare sulla ambasceria in Francia, che furono pubblicate postume insieme ad altre su una seconda ambasceria in Spagna (Viaggio in Spagna e in Francia, in Opera omnia, 1718). Interessanti sono le cinque Epistole a G. Ramusio. Fu anche celebre oratore e scrisse le orazioni funebri per Caterina Cornaro regina di Cipro (1510), per Bartolomeo d'Alviano (1515) e per il doge L. Loredan (1521). La sua fama è legata soprattutto alla raccolta di poesie latine chiamate Lusus, pubblicata postuma nel 1530, con egloghe ed epigrammi pastorali dai toni idillici, di gusto raffinato nei quali riuscì a fondere mirabilmente la tradizione classica e il modello petrarchesco (Venezia 1483 - Bois 1529).