Archeol. - Cultura preistorica del Mesolitico, fiorita in Palestina; prende il
nome dalla località di Wādī an-Nātūf, nel deserto
della Giudea. Si sviluppò tra la fine dell'ultima glaciazione e l'inizio
dell'Olocene (9500-8000 circa a.C.). I natufiani praticavano prevalentemente la
caccia, ma si dedicarono con sempre maggiore frequenza anche alla raccolta di
cereali (ponendo così le basi per lo sviluppo dell'agricoltura), come
attestano i ritrovamenti di numerosi mortai e pestelli e di alcune piccole falci
con manico di osso e lame di selce. Tra le altre attività, erano diffuse
la pesca e la raccolta di molluschi e crostacei. Pur conducendo prevalentemente
vita nomade (si rifugiavano in grotte e sotto le rocce), in alcuni casi diedero
vita ad insediamenti permanenti. Si trovano resti di tale cultura lungo le coste
del Libano, della Siria e della Turchia meridionale. Un villaggio, composto da
una cinquantina di abitazioni a pianta circolare e a carattere permanente, venne
scoperto ad Eynan. Numerosi sono i resti di sepolture che rivelano una cultura
tipicamente mediterranea: tra le tombe rinvenute, si ricordano quelle sui
versanti meridionali del Monte Carmelo e le tombe-cappella scoperte presso la
base del
tell di Gerico, risalenti al periodo più antico del
N. Tra i riti funerari, caratteristica era la sepoltura della testa
separata dal corpo. Del
N. si sono inoltre conservati oggetti, quali
sculture in pietra e in osso che sono le più antiche finora conosciute
del Vicino Oriente.