Teologo e filosofo persiano. Fondatore di una scuola di diritto e teologia a
Herat, elaborò il pensiero di Avicenna e tenne memorabili dibattiti con i
pensatori di Samarcanda e di altre città. Considerato un rinnegato della
fede perché, contro l'ortodossia, sostenne l'infinità dello spazio
e la pluralità dei mondi, rifiutò la dottrina della
potenza di
creare (
takwin) e quella della
durata (
baga), riferiti
quali eterni attributi di Dio, ammettendo così l'eternità della
materia. Tra i suoi scritti:
Questioni orientali;
Le chiavi del
nascosto, un esteso commento al Corano;
Conseguimento del guadagno,
la sua opera maggiore, che espone la teologia islamica con un sistema dialettico
tutto basato sulle argomentazioni della filosofia greca (Teheran 1148 - Herat
1210).