Uomo politico e scrittore italiano. Fiorentino, fervente fautore del
Savonarola, ebbe importanti cariche durante il Governo popolare. Priore nel
1501, provveditore dei capitani di parte guelfa nel 1512, al loro ritorno
dovette necessariamente riaccostarsi ai Medici. Dopo un periodo repubblicano,
caduta nuovamente Firenze in mano ai Medici nel 1530, fu privato di ogni suo
bene e confinato. Scelto dai fuorusciti fiorentini quale loro rappresentante
presso Carlo V, a Napoli, ne difese invano e ardentemente la causa. Tradusse le
Deche di Tito Livio, compose varie commedie, tra cui:
L'amicizia
(1512) e
I due felici rivali (1513); scrisse una
Vita di Antonio
Giacomini e canti carnascialeschi. In tarda età scrisse l'opera
più importante, le
Istorie della città di Firenze dal 1496 al
1538, in dieci libri, che trattano in realtà le vicende che vanno dal
1498 al 1512 (1582, postuma). Completano il ciclo delle sue opere i
Discorsi
politici (Firenze 1476 - Venezia 1563).