Sigla di
Novaja Ekonomičeskaja Politika (Nuova politica economica).
Politica economica introdotta da Lenin in Russia nella primavera-estate del
1921; si trattò di un sistema politico-economico di parziale ritorno a
forme capitalistiche, che si inserì tra il periodo del comunismo di
guerra (1917-21) e l'introduzione del sistema di pianificazione economica
(1928). La
NEP non differiva, nella forma, che in minima parte dalle
misure economiche che i menscevichi avevano elencato nel loro programma del
1919. All'inizio del 1920 la proposta di liberalizzare il commercio trovò
anche in Trotzkij un difensore, ma per quanto le sue proposte per l'abolizione
del comunismo di guerra non differissero molto dal programma successivamente
adottato dalla
NEP, esse furono respinte dal Comitato Centrale del
Partito. Lenin prese, dunque, la decisione di porre fine all'economia di guerra
all'inizio del 1921, facendo una serie di concessioni all'impresa privata. Nella
sua formula completa la
NEP consisteva di tre elementi: l'introduzione di
una tassa in natura che sostituiva la confisca dei prodotti eccedenti, al fine
di aumentare l'incentivo dei contadini alla produzione; la liberalizzazione, in
larga misura, del commercio interno; l'assicurazione ai capitalisti privati di
concessioni per assicurare il funzionamento delle imprese industriali. Il
programma della
NEP fu impostato per superare la minacciosa situazione
economica dei primi anni della Rivoluzione. La
NEP fu, quindi, una
conseguenza dei pericoli che minacciavano un Paese ancora semiarretrato,
circondato da potenze ostili, in cui il potere socialista non poggiava su solide
basi e, soprattutto, i rapporti economici nell'agricoltura erano ancora molto
lontani dal socialismo. Si trattava, quindi, di indurre i contadini a produrre
di più e di stimolarli a immettere sul mercato una quantità
maggiore di beni prodotti. La
NEP fu presentata da Lenin al X Congresso
del Partito (marzo 1921): suscitò riluttanza e perplessità da
parte di molti militanti; implicava, infatti, il rovesciamento di principi
socialisti basilari; per molti anni, dopo il 1921, l'interpretazione della
NEP costituì l'essenza delle controversie e dei conflitti del
Partito. Questa politica economica rimase attiva fino al 1928, finché
l'introduzione dei piani quinquennali, l'avvio deciso del processo di
collettivizzazione e l'eliminazione dei
kulaki non portarono, negli anni
Trenta, alla completa trasformazione delle basi economiche del Paese.