(dal greco
híppos: cavallo). Lo sport dell'equitazione,
cioè l'insieme delle gare che si disputano a cavallo. Rientrano quindi
nell'
i. le corse al trotto e le corse al galoppo. Nelle corse al galoppo
il fantino monta in sella al cavallo, mentre nel trotto il fantino, detto
guidatore o
driver, comanda da un leggerissimo veicolo chiamato
sulky. Il primo tipo di corsa sfrutta l'andatura più naturale del
cavallo, mentre il secondo costringe l'animale a un notevole sforzo specialmente
quando si raggiungono elevate velocità; accade così che il
cavallo, se costretto a uno sforzo eccessivo, passa dal trotto al galoppo
restando squalificato. Il trotto tuttavia è stato scelto perché
più congeniale all'attaccatura del cavallo fra le stanghe del veicolo; di
ciò si erano già accorti nei secoli passati i guidatori e i
proprietari delle diligenze, i quali attaccavano al timone due cavalli mentre
gli altri erano di volata montati da postiglioni. Profonda differenza esiste fra
le corse al galoppo e quelle al trotto, indipendentemente dall'andatura tenuta
dal cavallo. Nelle corse al galoppo i fantini siedono in sella col sistema
americano ideato da Ted Sloan: staffa cortissima in maniera da stare
rannicchiati, quasi inginocchiati, sul garrese del cavallo, in modo che questi
senta sulle reni il minor peso possibile (e d'altra parte il fattore peso
è una delle massime preoccupazioni che infliggono i fantini, i quali per
essere in forma non dovrebbero superare, tenendo in mano selle e briglie, i 50
kg.). È stato infatti assodato che il cavallo risente immediatamente di
un aumento di peso sulla groppa con conseguente notevole diminuzione di
velocità. Per quanto concerne gli animali, questi vengono sottoposti a
un'usura notevole, per cui è difficile trovare in pista cavalli di oltre
quattro anni e mezzo di età. La loro carriera comincia infatti o a due o
a tre anni, nel primo caso si tratta di soggetti particolarmente precoci che
vengono subito "bruciati" in quanto lo sforzo a due anni li sfianca, nel secondo
invece si tratta di animali più qualitativi che svolgono un leggerissimo
programma a due anni e vengono poi impegnati a fondo a tre. Poiché
è stato assodato che il periodo di massima maturità del cavallo si
ha durante il quarto anno di età, se ne conclude che la tecnica moderna
ha la tendenza a forzare i tempi sfruttando animali con un organismo giovane e
sovralimentato, il quale può così sviluppare velocità
notevoli a tutto scapito, tuttavia, della resistenza. Da qui la brevissima
stagione dei cavalli da corsa e le facilissime stroncature di varia natura a cui
questi animali vanno soggetti e che, sovente, li costringono a passare in razza
prematuramente. A tutti questi fattori si aggiungono a discapito del cavallo le
piste erbose che, presentando un fondo sovente cedevole, determinano lesioni ai
tendini degli arti. Molto inferiore invece l'usura dei cavalli che partecipano
alle corse al trotto; questi animali riescono infatti a dare risultati
apprezzabili a dieci anni (sette per le femmine) vale a dire durante l'ultima
annata agonistica permessa loro dai regolamenti. Oggi sulle piste si possono
incontrare cavalli che corrono al trotto, portando cioè avanti le zampe
in diagonale (anteriore sinistra, posteriore destra e anteriore destra,
posteriore sinistra). È quest'ultima l'andatura naturale dei cammelli e
delle giraffe, ma si è scoperto che il cavallo, adottandola, riesce a
sviluppare velocità notevoli.