Ciò che serva ad indicare. ║ Nei libri è l'elenco dei titoli
e sottotitoli delle parti in cui è suddivisa l'opera, con riferimento
alle pagine in cui esse sono trattate. • Astr. -
I. di colore delle
stelle: differenza fra la magnitudine fotografica e quella visuale di una
stella. Per convenzione è stabilito che la magnitudine fotografica
è uguale a quella visuale per le stelle di tipo spettrale AO di
magnitudine compresa fra 5,5 e 6,5 dell'elenco di stelle campione contenute nel
volume 91 degli Annali dell'osservatorio di Harvard. L'
i. di colore
fornisce una misura del rapporto tra le intensità delle stelle nelle
lunghezze d'onda efficaci rispettivamente fotografica e visuale. • Fis. -
I. spettrale: nello studio degli spettri neutronici, rapporto delle
attivazioni di due rivelatori sottoposti allo stesso flusso di neutroni,
assumendo come unità il valore preso da questo rapporto in uno spettro di
distribuzione maxwelliana. L'
i. spettrale consente una valutazione della
validità dei metodi di calcolo o di misura degli spettri neutronici.
║
Ellissoide degli i.: superficie che consente lo studio di un
materiale anisotropo trasparente. Si costruisce riportando in ogni direzione il
valore dell'
i. di rifrazione per un vettore luminoso polarizzato
rettilineamente e giacente in quella direzione. I diversi
i. di
rifrazione sono allora dati dalle sezioni perpendicolari alla direzione in esame
e passanti per l'origine degli assi dell'ellissoide. Queste sezioni sono ellissi
e la lunghezza dei loro semiassi dà l'
i. di rifrazione per le due
onde che si propagano nella direzione perpendicolare al piano dell'ellisse. Gli
assi dell'ellisse rappresentano le tracce dei piani di polarizzazione. •
Mat. - Numeri o lettere usati per distinguere una grandezza da altre dello
stesso tipo. Per es. nella successione a
i (i = 1, 2, ....., n,
.....), gli
i. sono 1, 2, ....., n ..... Nel calcolo tensoriale a uno
stesso simbolo possono essere attribuiti più
i. (per es. il
tensore di Riemann R
iJhk con i, j, h, k = 1,2,
....., n). ║
I. di un radicale: potenza cui bisogna elevare il
radicale per ottenere il radicando: nel radicale

,
l'
i. è 5. ║
I. di un sottogruppo: sia G un gruppo e H
un suo sottogruppo proprio. Sappiamo che l'insieme delle classi laterali
sinistre modulo H e l'insieme delle classi laterali destre molulo H hanno la
stessa potenza; se uno di essi è finito lo è anche l'altro e
possiede lo stesso numero i di elementi. Questo numero i (finito o infinito)
delle classi in una qualunque delle due decomposizioni di G rispetto al suo
sottogruppo H è, per definizione, l'
i. di H rispetto a G. Se G
è un gruppo d'ordine finito N, l'ordine n e l'
i. i di H sono
evidentemente finiti e risulta N = n i. Questa relazione esprime il seguente
teorema di Lagrange: l'ordine n di un sottogruppo H di un gruppo G d'ordine
finito N, è un divisore di N. ║
Numero i. semplice: rapporto
tra l'importo, calcolato in un determinato intervallo di tempo, della
quantità di una manifestazione di un fenomeno, e l'importo corrispondente
a un altro periodo, essendo quest'ultimo (base) preso come uguale a 100. ║
Numero i. composto: media aritmetica o ponderata dei numeri i. semplici,
relativi a diverse manifestazioni di un fenomeno e allo stesso periodo di tempo.
• Tecn. -
I. di uno strumento di misura: si chiama
i. solido
un'asticella che, muovendosi intorno ad un asse fisso, fornisce, su un quadrante
graduato, il valore di una grandezza da misurare. Gli
i. solidi assumono
diverse denominazioni a seconda delle loro caratteristiche di funzionamento. I
tipi principali sono i seguenti:
i. a coltello: costituito da un tubo
sottile di alluminio, che termina in un coltello disposto sullo spigolo. Durante
la lettura, il coltello deve ricoprire la propria immagine riflessa, evitando
così la parallasse. ║
I. a lancia: usato prevalentemente in
strumenti a quadro. Per letture precise con riflessione su specchio, la punta
della lancia può terminare con un coltello. ║
I. a tubo di
sbalzo: si usa negli strumenti a corrente alternata per evitare le
oscillazioni, dovute al momento torcente applicato all'equipaggio mobile
fluttuante alla stessa frequenza della corrente e a frequenza doppia. Per
evitare completamente la parallasse e ridurre il momento d'inerzia
dell'equipaggio mobile, invece dell'
i. solido si può usare l'
i.
luminoso. Nelle sue linee essenziali, il funzionamento di quest'ultimo
è il seguente: il raggio luminoso della sorgente, proveniente da una
lampada a incandescenza, proietta l'immagine su uno specchio piano, fissato
all'equipaggio mobile; l'immagine dell'
i. viene quindi riflessa sulla
scala dello strumento. Il segno luminoso sulla scala può apparire come un
tratto chiaro oppure come un tratto nero entro una macchia chiara circolare. Gli
strumenti dotati di
i. luminoso possiedono una sensibilità doppia
rispetto a quelli forniti di
i. solido. • Dir. can. -
I. dei
libri proibiti: elenco dei libri dei quali era vietata ai cattolici la
lettura, la vendita e la traduzione. Le prime proibizioni riguardanti libri
furono emanate dai concili: durante quello di Nicea, tenuto nel 325, venne
proibito un testo scritto da Ario, dando in questo modo origine all'uso che si
sarebbe poi esteso a tutto l'Occidente cristiano. Questa consuetudine venne
esercitata, sino al XVI sec., solamente in modo saltuario. Erano spesso i
singoli sacerdoti o i predicatori che indicavano di volta in volta ai fedeli
quali fossero i libri da evitare. È rimasto famoso il caso di Gerolamo
Savonarola che con i suoi bruciamenti delle vanità invitò i
Fiorentini a sbarazzarsi di tutti quei testi che, provenendo principalmente
dalla classicità greca e romana, venivano considerati pericolosi per la
fede. A partire dal XVI sec., con il dilagare della Riforma protestante, la
scelta e la lotta dei libri da proibire venne organizzata sistematicamente dalla
Chiesa. Il primo
I. venne promulgato da Paolo IV nel 1557 e comprendeva
una serie di testi dei quali veniva vietata a tutti gli appartenenti il corpo
della cristianità la lettura e la detenzione. La Congregazione dell'I.
venne in seguito (1517) costituita con il compito di provvedere a questo compito
ritenuto di particolare importanza. L'origine storica della Congregazione
è da rintracciare nella speciale commissione che, nel corso del Concilio
di Trento, venne incaricata di compilare il nuovo
I. dei libri proibiti
in sostituzione di quello promulgato da Paolo IV. La Congregazione venne
ulteriormente rafforzata da Sisto V nel 1588 e venne successivamente rifondata
da Leone XIII nel 1897. Venne poi soppressa nel 1917 da Benedetto XV che
trasferì i suoi compiti alla Congregazione del Sant'Uffizio. La condanna
dei libri poteva avvenire attraverso vari gradi: il meno grave era quello che,
mediante la formula latina
donec corrigatur, chiedeva la correzione del
testo incriminato. La forma più grave prevedeva la messa all'
i. di
tutti i libri di un determinato autore. Per i lettori di un libro messo
all'
i. era prevista l'immediata scomunica che colpiva altresì
anche gli editori del libro e quanti ne prendessero pubblicamente o privatamente
le difese. Un decreto del 1966 ha tolto all'
I. il valore di legge
ecclesiastica mantenendogli solamente quello di ammonimento per i fedeli. La
lettura di un libro all'
i. costituisce quindi un peccato ma non prevede
più sanzioni. Attualmente la condanna dei libri avviene solamente dopo
che i loro autori siano stati più volte invitati a correggerne il
contenuto in modo da uniformarlo ai dettami della morale cattolica. Tale
condanna avviene solitamente ad opera dei vescovi locali che vengono a questo
scopo coadiuvati dalla Congregazione per la dottrina della fede, in
conformità alle nuove disposizioni emanate nel corso del concilio
Vaticano II. • Stat. ed Econ. - Rapporto numerico che esprime una sintesi
delle osservazioni statistiche del manifestarsi di uno (
i. semplice) o
più fenomeni (
i. composto), esprimendone la relazione fra loro
esistente.
Il numero i. così ottenuto indica l'attitudine di un
fenomeno a manifestarsi con intensità diverse (
i. di
variabilità) ovvero le relazioni tra diversi fenomeni (
i. di
correlazione). In campo economico gli i. statistici composti vengono usati
per studiare la variazione complessiva dei prezzi (
i. dei prezzi) nel
tempo e in diversi luoghi. Anche la varianza e lo scarto quadratico medio sono
i. che vengono impiegati per studiare le diverse intensità del
manifestarsi di un fenomeno economico. • Inf. - Nel trattamento delle
variabili multiple (o schiere) è il numero intero che individua il
singolo elemento della variabile.