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Isòcrate.

Oratore ateniese. Fu discepolo di Prodico, Gorgia, Tisia, Teramene e Socrate, che nel Fedro platonico presagì per lui un grande avvenire. La timidezza e la fragilità di salute gli impedirono di dedicarsi alla vita politica attiva; aprì una scuola di eloquenza, prima a Chio, poi ad Atene. Ben presto la scuola isocratea divenne famosa e oscurò quelle dei più celebri maestri. Fra i suoi allievi: Iseo, Licurgo, Eschine, Iperide. Della sua attività rimangono 6 lettere, 21 orazioni. Molti dei discorsi di I. a noi giunti sono appunto esercitazioni composte da lui come modelli per i suoi scolari. L'ideale politico di I., da lui esposto in varie opere, le quali risentono tutte delle differenti condizioni politiche degli anni in cui furono composte (Panegirico, Plataico, Sulla Pace, Areopagitico, Filippo, Panatenaico), fu l'unione degli Elleni contro i barbari, vagheggiata da lui prima sotto il binomio Atene-Sparta, poi, sotto Filippo, che, sempre contro i barbari Persiani, avrebbe dovuto porsi a capo delle città greche. I. perfezionò la prosa greca, elaborando uno stile che fu modello per tutti gli scrittori seguenti (Atene 436-338 a.C.).