(o
isòstasi). (dal greco
ísos: uguale e
stásis: posizione). Condizione di equilibrio della crosta
terrestre che si realizza con spostamenti verticali e orizzontali di masse
superficiali e profonde. Secondo la teoria dell'
i., una massa che si
alleggerisce deve conseguentemente innalzarsi per compensare con l'accresciuta
altezza il peso perduto e ristabilire così l'equilibrio. Se, quindi,
qualche fattore interviene a mutare in qualche modo l'equilibrio della crosta
terrestre, grazie a spostamenti (detti
eustatici) delle masse
continentali, l'equilibrio viene comunque ripristinato. L'origine di questa
teoria va ricercata nel tentativo di risolvere il problema della misurazione
dell'intensità della gravità
g sulla superficie terrestre:
i valori teorici calcolati sul geoide, infatti, non corrispondevano a quelli
ottenuti con misurazioni reali, che rivelavano un'attenuazione dell'attrazione
dei massicci esterni e una situazione opposta nelle fosse oceaniche. Ciò
presupporrebbe dunque l'esistenza di una diminuzione di densità sotto i
rilievi e di una maggiore densità sotto gli oceani per compensare le
variazioni di rilievi sulla superficie topografica. Tra i primi scienziati che
formularono teorie isostatiche vi è J.H. Pratt, che nel 1871
ipotizzò che la crosta terrestre fosse costituita da colonne di
densità diverse, ma con lo stesso peso complessivo, riposanti su una
superficie (detta
di compensazione isostatica) posta a 120 km sotto il
livello del mare. Questa spiegazione giustificherebbe il fatto che la
densità delle montagne e degli strati emersi è inferiore a quella
degli strati suboceanici, in quanto la densità di ogni colonna è
inversamente proporzionale all'altezza della sua superficie esterna rispetto
alla superficie di compensazione. Un'altra teoria, formulata da G.B. Airy a
metà del XIX sec., ipotizzò che i blocchi continentali di
densità 2,67 galleggiassero come iceberg su un magma di densità
3,25, raggiungendo quindi diverse profondità a seconda della maggiore o
minore altezza della superficie esterna. Questa teoria gettò le basi di
ulteriori studi che portarono alla formulazione della teoria della deriva dei
continenti, ad opera di A. Wegener nel 1915, e alle misurazioni effettuate da W.
Heiskanen per stabilire gli spessori variabili di sial
(V.) al di sotto della superficie terrestre. Nel
1899 C.E. Dutton formulò l'ipotesi dell'
i. quale causa della
formazione delle montagne: l'equilibrio della crosta terrestre verrebbe infatti
continuamente disturbato dal fenomeno dell'erosione che, alleggerendo le zone
emerse, appesantisce (a causa della successiva sedimentazione) le zone oceaniche
ai margini dei continenti. Di conseguenza, per ripristinare l'equilibrio
isostatico, le zone erose tenderebbero ad innalzarsi dando origine alle
montagne, mentre le zone oceaniche tenderebbero a sprofondare sempre più.
Pur offrendo interessanti ipotesi, la teoria dell'
i. non è
accettata da tutti i geologi.