Composto chimico organico avente formula bruta C
5H
8,
formula di struttura:

Appartiene
quindi alla classe delle
diolefine coniugate e in generale agli
idrocarburi non saturi alifatici. Ha peso molecolare 68,11 e si presenta come un
liquido incolore avente densità 0,681 g/cm
3 a 20 °C.
Bolle a 34 °C e solidifica a –120 °C. È pressoché
completamente insolubile in acqua, mentre è miscibile in tutti i rapporti
con molti altri solventi (es. alcool ed etere etilici). La capacità
termica del liquido è 0,53 cal/g °C a 20 °C; nelle stesse
condizioni quella del vapore è 0,35 cal/g °C. Il calore di
vaporizzazione è di 87 kcal/kg sempre a 20 °C. ║
Produzione: benché l'
i. fosse isolato da W. Tilden fin dal
1882 dai prodotti di decomposizione del caucciù naturale e benché
gli studi di C. Harris (1905) e dello Staudinger (1921) avessero poi dimostrato
che il caucciù naturale non è che un polimero dell'
i.,
questa sostanza non ha mai avuto un interesse industriale fino al 1955 circa. La
produzione mondiale di gomma naturale era abbastanza elevata da sopperire al
mercato, anche per la comparsa di numerose gomme sintetiche che per certi usi
(ad esempio fabbricazione di battistrada per pneumatici o di guarnizioni) erano
ancora migliori del caucciù vulcanizzato. Dopo il 1950 si iniziarono
diversi studi per la produzione di una gomma sintetica che avesse le stesse
proprietà di quella naturale, per certe applicazioni insostituibile; si
tentò allora di produrre del poli-
i. identico a quello naturale.
Per fare questo si dovettero mettere a punto prima di tutto i metodi per la
produzione di
i. Il problema divenne sempre più pressante sul
finire degli anni '50, allorché ci si trovò con un aumento medio
della produzione di pneumatici che si aggirava sul 6% annuo, contro un
incremento del solo 2% annuo della produzione di caucciù. Gli studi
furono sopportati sia dall'industria petrolchimica che da quella dei pneumatici
(ad esempio la Goodyear). Come risultato furono messi a punto diversi processi
che portano a
i. partendo da prodotti disponibili in raffineria o
comunque di origine petrolchimica. La produzione di
i. negli USA
passò dalle 3.600 tonnellate/anno del 1958 a 59.000 tonnellate/anno nel
1965 e ad oltre 200.000 tonnellate/anno (stimate) per il 1970. La produzione
ebbe un incremento di circa il 50% annuo per oltre un lustro, ed è ancora
negli anni Novanta in incremento del 30% circa, cosa che è caratteristica
di un prodotto nuovo ancora in fase di fortissima espansione. Ciononostante non
si può dire che esista per ora un vero e proprio mercato dell'
i.;
in generale i produttori sono anche utilizzatori, che lo trasformano
direttamente in elastomeri quando non addirittura nel manufatto finale (ad
esempio i pneumatici). ║
Usi: la fabbricazione del
poli-
i.-1,4-
cis assorbe la maggior parte della produzione di
i. Un'altra applicazione importante è quella della
gomma
butile, che è un copolimero di isobutene e di
i., con un basso
tenore (circa 2%) del secondo. Il poli-
i.-1,4-cis (che d'ora in poi
chiameremo semplicemente poli-
i. è un elastomero di ottima
qualità, che può essere ottenuto identico alla gomma naturale,
onde è detto anche
caucciù sintetico. Nel passato veniva
impiegato come elastomero di uso generale, e solo, una piccola parte era
destinata alla fabbricazione di pneumatici: ora l'aliquota impiegata in questo
campo è in notevole aumento. ║
Processi produttivi: come
succede per ogni prodotto nuovo, esiste più di un processo produttivo; la
scelta fra l'uno e l'altro deve essere necessariamente basata su ragioni
economiche, e molto spesso dipende da disponibilità locali di materie
prime e di energia, oltre che dalle
royalty che una compagnia deve pagare
a quella licenziataria del processo per poterne usufruire. I processi base per
la produzione di
i. sono i quattro seguenti (tra parentesi i nomi delle
compagnie licenziatarie): 1) deidrogenazione dei C
5 (Shell; Houdry);
2) da propilene (Goodyear-Sc. Design); 3) da isobutene e metanolo (IFP); 4) da
acetone e acetilene (SNAM). Non si è riportato il processo da
metiletilchetone e formaldeide che sembra inferiore a questi dal punto di vista
dei costi. Esaminiamo ora uno alla volta i processi citati, dato che presentano
fra loro grandissime differenze. 1)
Processo per deidrogenazione dei
C5: è dovuto alla Shell, che lo usa estesamente da vari
anni; recentemente ne è stato messo a punto uno anche dalla Houdry. Il
processo Shell ottiene l'
i. per mezzo della via più semplice: la
deidrogenazione degli
isoamileni cioè dei due
composti:

Come si vede questi due penteni
hanno la stessa struttura dell'
i.; si deve quindi creare solo un doppio
legame (ed eventualmente spostare quello già esistente), cosa che si fa
con una normale deidrogenazione. Si opera in modo del tutto analogo alla
preparazione del butadiene dagli
n-buteni, anzi si usano gli stessi
catalizzatori e all'incirca le stesse condizioni operative. Si può
addirittura effettuare la deidrogenazione della miscela C
4 ÷
C
5 insatura (cioè isobuteni ed isoamileni) ottenuta in
raffineria, ed ottenere alla fine una miscela di butadiene ed
i.,
più facile da separare di quella originaria. Sembrerebbe quindi che
questo processo, estremamente semplice, sia il più conveniente. Esso
presenta però due gravi inconvenienti. Il primo è che nella
frazione C, (cioè di idrocarburi a 5 atomi di carbonio) dei gas di
cracking sono presenti molti composti, due soli dei quali sono utilizzabili per
produrre
i. Si deve quindi effettuare una separazione della frazione
C
5 che è lunga e costosa se fatta per distillazione e
rettifica. Recentemente però è stato messo a punto un processo,
detto
processo Sinclair, di frazionamento della miscela dei C
5
per assorbimento in acido solforico: esso permette il recupero degli isoamileni
con un grado di purezza sufficiente (97%) ad un prezzo conveniente. L'altro
inconveniente del processo Shell è che un impianto del genere è
conveniente solo se dimensionato su grandissimi quantitativi, e quindi se sono
disponibili grandi quantità di isoamileni, cosa che può avere solo
un grandissimo raffinatore di petrolio come appunto la Shell e pochi altri.
Sotto questo aspetto il processo Houdry dovrebbe essere migliore, in quanto
accetta nella carica anche isopentano o addirittura l'intera frazione
C
5 proveniente dal
cracking, senza bisogno di un
frazionamento. 2)
Processo da propilene: è stato messo a punto
dalla Goodyear-Scientific Design, ed è usato anche dalla Goodyear stessa,
che è anche una delle prime case nel mondo per la fabbricazione di
pneumatici. Il processo parte da
propilene disponibile dalle frazioni di
cracking o prodotto in appositi impianti, e si svolge in tre stadi
successivi. Nel primo si ha dimerizzazione del propilene, due molecole del quale
reagiscono a dare 2-metilpentene-1, secondo la reazione:

Nel secondo stadio si ha una isomerizzazione del 2-metil-pentene-1
che si trasforma nel suo isomero 2-metil-pentene-2 per spostamento del doppio
legame, secondo la reazione:

Nel terzo
stadio il 2-metil-pentene-2 viene pirolizzato in un forno in presenza di vapor
d'acqua, dando origine ad
i. e metano, secondo la
reazione:

L'impianto è abbastanza
semplice, eccetto per la parte di frazionamento dopo il primo ed il terzo
stadio. 3)
Processo da isobutene e metanolo: è stato messo a punto
dall'Institut Français du Petrole (IFP), ed è anche questo in tre
stadi. Il primo, fuori linea, ossida il metanolo a formaldeide secondo la
reazione:

La formaldeide viene ottenuta in
soluzione acquosa, che viene usata tal quale. Il secondo stadio fa reagire la
formaldeide con isobutene secondo una reazione, che porta a
dimetilmetadiossano:

Si procede
quindi al frazionamento dei prodotti così ottenuti: il metilmetadiossano
viene inviato in un reattore a letto mobile dove è crackizzato ad
i., formaldeide ed acqua.

Si procede
al frazionamento della miscela ottenuta; la formaldeide è riciclata,
insieme con un po' di isobutene che si produce con una reazione collaterale.
Altri sottoprodotti che si ottengono in piccole percentuali vengono pure
separati, e trovano impiego nella fabbricazione di resine, additivi e
plastificanti per materie plastiche. 4)
Processo da acetone ed acetilene:
è questo un processo italiano, essendo stato studiato e messo a punto
dalla SNAM, una società del gruppo ENI. Materie prime sono l'acetone
(costo modesto), l'acetilene (di costo relativamente elevato) ed idrogeno
(sempre disponibile a basso costo in raffineria). Anche questo si compone di tre
stadi. Il primo fa reagire acetone con acetilene, per dare
metil-butinolo
(più esattamente 2-metil-3-butin-2-olo) secondo una reazione di
etinilazione:

che avviene
a bassa temperatura (10÷40 °C) ed alta pressione (20 ata circa) in
ammoniaca liquida, catalizzando con KOH. Il secondo stadio realizza
un'idrogenazione selettiva del metil-butinolo a
metil-butenolo
(più esattamente: 2-metil-3-buten-2-olo) secondo la
reazione:

che avviene a 30÷80 °C
e a 5÷10 ata di pressione, catalizzando con palladio colloidale (o altro
catalizzatore di idrogenazione) in presenza di un inibitore per renderla
selettiva sul triplo legame. Nella distillazione dei prodotti di idrogenazione
si ottiene una miscela azeotropica di metil-butenolo ed acqua che viene mandata
ad una disidratazione a 250÷300 °C e pressione atmosferica su allumina
Al
2O
3. L'
i. si ottiene in questo stadio per
disidratazione del metilbutenolo, secondo la reazione:

quanto si ottiene viene frazionato, e l'
i. recuperato al
grado di purezza necessario per la polimerizzazione stereospecifica che porta a
caucciù sintetico. Su questo impianto sono stati pubblicati i seguenti
dati di consumi, riferiti ad una tonnellata di
i.
prodotto:
Acetone (al 100%), kg
|
970
|
Acetilene (al 100%), kg
|
430
|
Idrogeno (al 100%), Nm3
|
400
|
Ammoniaca (al 100%), kg
|
5
|
Vapore a 6 ata, kg
|
7.000
|
Elettricità, kWh
|
670
|
Acqua di raffreddamento, m3
|
500
|
Metano (combustibile), Nm3
|
40
|
A questi vanno aggiunti altri prodotti chimici di basso consumo. Un
confronto fra i processi al fine di stabilire quale di questi sia il più
vantaggioso da un punto di vista economico è oltremodo difficile. Per gli
USA il seguente calcolo è stato pubblicato: esso dà prezzi di
vendita dell'
i. (in
cents per libbra) tenendo già conto
dell'ammortamento impianti e di un certo tornaconto.
Processo
|
Prezzo
|
Metiletilchetone-formaldeide
|
18
|
Acetone-acetilene
|
15
|
Isobutene-metanolo
|
12÷16
|
Deidrogenazione dei C5 (circa)
|
12
|
Da propilene (circa)
|
10÷12
|
È evidente che questo studio vale per il mercato
americano e sotto certe ipotesi che non sono verificate dovunque. Solo a
produzione assestata la scelta fra i processi potrà essere più
facile. ║
Poli-i.: si è detto che il maggior uso
dell'
i. è nella preparazione di poli-
i.-1,4-
cis, che
- se ottenuto ad un opportuno peso molecolare, compreso fra 100.000 e 400.000 -
è identico al caucciù naturale, che trova vaste applicazioni in
diversi campi. La polimerizzazione avviene abbastanza facilmente, e va condotta
con opportuni criteri per avere la migliore distribuzione di pesi molecolari, e
quindi le migliori proprietà meccaniche. Inoltre deve essere
stereospecifica, cioè deve interessare sempre gli stessi legami ed
in modo opportuno: ciò si ottiene con i catalizzatori stereospecifici
tipi Ziegler-Natta. Riscriviamo la molecola del butadiene in questo
modo:

in cui si sono numerati gli atomi
e si è tenuto conto in modo approssimativo del fatto che gli atomi
1-2-3-4 sono ibridizzati
sp2 con legami esposti in un piano e
formanti fra loro angoli di 120°. La polimerizzazione avviene per apertura
dei doppi legami fra 1-2 e 3-4 e formazione di un nuovo doppio legame fra gli
atomi 2-3. Si rendono quindi disponibili due legami (uno sull'atomo 1 ed uno
sull'atomo 4) tramite i quali si ha la polimerizzazione. Inoltre il polimero
deve essere non solo in 1,4, ma anche
cis: ciò significa che deve
avere una configurazione rappresentabile nel seguente modo:

Questo composto è identico al caucciù naturale. Se
invece la polimerizzazione avvenisse nella forma
trans (sempre in 1,4) si
avrebbe un composto rappresentabile cosí:

Questo composto si trova pure in natura (guttaperca o balata) ma
non ha molte applicazioni, onde non è interessante dal punto di vista
industriale. Se infine la polimerizzazione non fosse stereospecifica, ma fosse
atattica, cioè se le molecole si addizionassero in parte nella
forma
cis ed in parte nella forma
trans, si otterrebbe un polimero
di nessun pregio. La fabbricazione del poli-
i. è una delle
più grandi affermazioni della chimica, che è riuscita a riprodurre
una delle sostanze naturali, indispensabili per il nostro progresso quale il
caucciù.