Apporto artificiale di acqua alle coltivazioni, allo scopo di dare al terreno il
grado di umidità necessario per la vegetazione. Questo apporto compensa
l'eventuale mancanza di precipitazioni atmosferiche, o viene attuato allo scopo
di distribuire razionalmente l'acqua disponibile che, presa dove abbonda
naturalmente, viene portata con lavori di drenaggio e di canalizzazione in
luoghi aridi. La provenienza delle acque usate per l'
i. è molto
varia; corsi di acqua naturali, laghi, sorgenti naturali ed artificiali,
fontanili. L'
i. può essere attuata per tutto il periodo della
coltura (marcite e risaie) o solamente in un determinato periodo dell'anno,
quando la situazione atmosferica lo richiede. Vi è anche un'
i.
periodica, quando le bagnature sono intervallate da periodi stabiliti di
interruzione. Per quanto riguarda il modo di applicare l'acqua di irrigamento
alla superficie agraria si distinguono: l'
i. a scorrimento (l'acqua si
usa in strato sottile);
a sommersione (l'acqua copre il terreno per
qualche centimetro, come nel caso delle risaie);
a infiltrazione (si fa
scorrere l'acqua in piccoli fossi, come nel caso di leguminose e mais);
a
pioggia (viene spruzzata come pioggia);
a subirrigazione (viene
usufruita mediante canalizzazione). Generalmente l'
i. è praticata
con una rete di canali irrigatori. In questa rete vi è un'arteria
primaria, data da un canale maestro, e una venatura di canali secondari o
diramatori. Il canale principale imbriglia la massa complessiva dell'acqua fino
a che questa non si trovi nella parte posta più in alto della regione da
irrigare; qui canaletti conducono le acque nelle singole zone da umidificare,
evitando per quanto possibile i punti in cui il suolo è in pendenza. Dai
canali secondari si dipartono quelli terziari, o distributori, che portano
l'acqua ai vari appezzamenti. Le ultime canalizzazioni (dette adacquatrici o
fossetti) arrivano nelle singole colture. Tuttavia questa strutturazione non
può essere universale; è importante l'adeguamento dei canali alla
conformazione del terreno e alle necessità dei vari tipi. Nei canaletti
di scolo vengono raccolte le acque eccedenti, che altrimenti potrebbero dare
luogo a dei ristagni nocivi; queste vengono convogliate in un capofosso
colatore. La pendenza dei canali di
i. varia fra i venti e i cinquanta
centimetri per chilometro di lunghezza, per quanto riguarda quelli maggiori, tra
i cinquanta e gli ottanta centimetri per chilometro nei minori; detti canali
hanno generalmente una sezione trapezoide a fondo orizzontale. I canali
d'
i. vengono aumentati con acqua tolta, per mezzo di appositi sistemi di
derivazione, da fiumi, torrenti o laghi naturali (alvei) e solo dove questi si
presentano stretti e profondi viene scelto il luogo d'imbocco del canale. Quando
la derivazione è piuttosto importante, per assicurare la voluta
quantità d'acqua anche nei periodi di magra, si rende necessario uno
sbarramento alla corrente dell'alveo naturale, posto a valle dell'imbocco del
canale. Per la regolazione delle masse d'acqua che in esso s'immettono, i canali
presentano luci con paratoie chiamati edifici di presa o di derivazione. I
canali minori, costituiti semplicemente da una normale bocca aperta al fianco
del corso d'acqua, hanno tali costruzioni in miniatura o in pietra da taglio,
mentre nei grandi canali possono assumere strutture e dimensioni notevoli. Un
altro simile manufatto viene posto a valle dell'edificio di presa: viene detto
scaricatore. Viene reso così possibile lo smaltimento delle
materie terrose depositate dalle acque; inoltre con tale sistema è
possibile regolare l'altezza dell'acqua nel canale derivato. Quando si presenta
la necessità di fermare ad un dato livello l'acqua nel canale, questo
viene munito di sfioratore, cioè di un tratto di sponda in muratura che
non permette all'acqua, riversandola in uno scaricatore, di superare un preciso
livello. L'insieme dei manufatti della diga, del derivatore, dello scaricatore e
dello sfioratore costituisce la chiavica. Quando, al contrario, l'acqua del
fiume si trova ad un livello più basso del terreno da irrigare, si
ricorre per mezzo delle macchine idrovore ad un impianto di sollevamento: opera
idraulica costituita da una vasca di raccolta, da una centrale di sollevamento e
da un bacino superiore, dal quale si diparte il canale maestro. Altre opere
idrauliche per l'
i. di regioni agricole sono i ponti-canale (allo scopo
di far passare il canale sopra altri corsi d'acqua, strade, ecc.), la galleria,
le tombe a sifone (per permettere all'acqua il passaggio sotto ad ostacoli che
si trovino allo stesso livello del canale). Un altro manufatto per gli impianti
d'
i. è il ripartitore, che serve a ripartire proporzionalmente le
acque di un canale tra altri canali minori.
Sistemi di irrigazione per piante in vaso