Oratore e uomo politico greco. Si servì della sua professione di avvocato
per acquistare fama e denaro. Amante dei piaceri, del lusso raffinato e delle
più famose etere del tempo, difese una di loro, Frine, con un'orazione
perduta, ma che gli antichi giudicavano la migliore fra tutte. Altro tratto
caratteristico di
I. fu un ardente amor di patria e di libertà,
che lo spinse a essere sempre nemico accanito del partito filomacedone. Prese
parte attiva alla vita politica e militò fra i seguaci di Demostene, di
cui divenne l'uomo di fiducia. Alacre nei preparativi per la guerra contro
Filippo, dopo la sconfitta di Cheronea non si perse d'animo e propose di sua
iniziativa un decreto per la liberazione degli schiavi e la concessione dei
diritti di cittadinanza, allo scopo d'ingrossare le file di un esercito ateniese
da opporre a Filippo. Il provvedimento parve così rivoluzionario che fu
respinto. Antipatro, dopo la vittoria di Crannone, ottenne la condanna dei
capiparte ateniesi;
I. fuggì da Atene ma, raggiunto dagli uomini
di Antipatro, fu condotto a Cleone e ucciso (Atene 390 a.C. circa - Cleone 322
a.C.).