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Introversióne.

Il termine è stato proposto da Jung e ben presto è entrato nell'uso corrente in psicoanalisi e psichiatria. Esso è stato introdotto accanto al termine di extraversione. Si indicano così due proprietà caratteriologiche antitetiche consistenti a rivolgere la propria attività mentale più a valori oggettivi esterni (extraversione) oppure più a valori soggettivi interni (i.). Nel primo caso il soggetto ha maggiore aderenza all'ambiente; nel secondo è più raccolto in se stesso e tende all'autismo, fenomeno psicopatologico frequente nella schizofrenia per il quale l'individuo si perde nel mondo delle proprie idee e non prende più alcun interesse al mondo reale. L'i. costituisce elemento predisponente ad atteggiamenti schizoidi che possono con una certa frequenza trapassare in quadri di schizofrenia.