Osservazione psicologica di se stessi. Si riferisce a un esame oggettivo dei
propri sentimenti e pensieri. Il metodo soggettivo dell'osservazione
introspettiva, per molti secoli considerato come l'unico mezzo di esplorazione
della vita psichica, fu utilizzato anche dalla prima psicologia sperimentale,
risalente a W. Wundt, che richiedeva agli stessi soggetti sottoposti ad analisi
di enunciare gli stati psicologici emergenti dalle prove situazionali e
ambientali cui erano sottoposti. L'insufficienza e i limiti delle metodologie
introspettive furono posti in rilievo dalla
psicologia del comportamento.
Anzi, secondo gli oggettivisti ad oltranza, l'
i. dovrebbe essere bandita
dalla psicologia perché facilmente causa d'illusioni e di errori, data la
difficoltà di trovarsi contemporaneamente nei panni dell'osservatore e
dell'osservato e l'impossibilità per molti individui, scarsamente dotati,
di guardare in se stessi e di cogliere i propri stati interni. Quanto alla
psicanalisi, essa esclude la possibilità che la semplice
i. possa
giungere sino al nucleo istintivo della personalità, in quanto
l'individuo tende normalmente a trovare per i propri atti giustificazioni e
motivazioni razionali, sostitutive di quelle vere e delle quali non ha
coscienza.