Azione e modalità dell'interpretare. ║ Spiegazione di ciò
che, in uno scritto o in un discorso, è oscuro o oggetto di controversia;
attribuzione di un significato a ciò che è espresso in modo
simbolico:
i. di un testo, di un'iscrizione, della Bibbia, di una legge.
║ Commento di un'opera letteraria:
i. romantica dei Promessi Sposi.
║ Traduzione da un'altra lingua:
i. infedele. ║ Modo con cui
un attore o un musicista interpreta la sua parte. • Dir. -
I. della
legge: funzione tipica del giudice, che non può ricondurre un caso
concreto sotto una norma determinata prima di avere interpretato quest'ultima.
Alla legge non si può attribuire "altro senso che quello fatto palese dal
significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e
dall'intenzione del legislatore". Il processo d'
i. mira anzitutto ad
accertare il significato delle parole del testo giuridico, per stabilire il
pensiero effettivo del legislatore (
elemento letterale); l'interprete
deve quindi valutare il motivo e la giustificazione della legge (
elemento
logico), l'origine e l'evoluzione di questa nel corso degli anni
(
elemento storico) e, infine, esaminare la norma in correlazione con
l'intero corpo organico delle leggi vigenti in una società (
elemento
sistematico). • Mus. - Il compositore utilizza segni simbolici,
più o meno dettagliati secondo l'epoca e i singoli autori, per esprimere
il discorso musicale. Compito dell'esecutore di un brano musicale è
quello di interpretare tali segni in modo da rispettare il più possibile
lo spirito e le intenzioni del compositore. L'
i. musicale consiste
così in un lavoro di carattere storico-filologico che determini il valore
preciso dei segni scritti e, se occorre, li perfezioni in relazione al tempo in
cui il testo è stato scritto. Sulla base di tali dati, l'
i. mira a
rendere l'opera musicale nella sua dimensione strutturale ed espressiva, secondo
la sensibilità e la personalità dell'esecutore. • Psicol. -
Elaborazione di un modello, da parte dell'analista, che individua le
implicazioni inconsce contenute in un
sogno o in una catena di
associazioni libere comunicate dal paziente. Importanza centrale nella
psicoanalisi ha l'
i. del sogno, ossia l'attività volta a scoprire
il contenuto
latente del significato di un sogno mediante l'analisi del
suo contenuto manifesto. L'
i. dei pensieri, svolta attraverso la tecnica
dell'
associazione libera, è più difficile di quella del
sogno, in quanto, mentre nel sonno quella parte della mente che censura e
reprime diminuisce la propria vigilanza, nello stato di veglia i contenuti
inconsci trovano maggiore difficoltà ad emergere. Oltre all'
i. del
sogno e dei pensieri allo stato di veglia si hanno
i. di transfert, in
cui il comportamento e le associazioni del paziente sono posti in relazione al
suo rapporto con l'analista (V. TRANSFERT);
i. di contenuto relative agli
impulsi e alle
fantasie
inconsce, senza riferimento ai processi difensivi per cui sono rimaste
inconsce;
i. indirette, basate unicamente sulla conoscenza del simbolismo
da parte dell'analista, senza riferimento alle
associazioni del paziente.
La funzione dell'
i. è di accrescere nella persona sottoposta a
psicoterapia la consapevolezza di sé, rendendola conscia di processi che
le sono sconosciuti, in modo da facilitare il processo d'integrazione.
Soprattutto in riferimento alla teoria kleiniana si parla di uso dell'
i.
forzata e dell'
i. profonda, in quanto sia nella cura dei bambini che
degli adulti lo psicoanalista kleiniano non si limita a un'
i. basata
sulle rievocazioni spontanee del paziente, come avviene nell'
i.
propriamente freudiana in cui l'analista passa solo successivamente a
i.
più profonde. L'analista che segue il metodo impostato da M. Klein
affronta invece il paziente immediatamente facendo delle affermazioni sui suoi
sentimenti segreti, per quanto questo possa profondamente turbarlo. Inoltre,
anziché limitare l'
i. alla fase genitale dell'infanzia, i
kleiniani cercano di risalire e interpretare anche le fasi precedenti dello
sviluppo infantile, soffermandosi particolarmente sulla fase orale. • Rel.
-
I. della Bibbia: presso gli ebrei l'
i. della Bibbia consistette
dapprima in una parafrasi del testo in lingua aramaica (
Targum). Nel I
sec. d.C. Filone d'Alessandria, filosofo greco di origine ebraica,
elaborò il primo importante modello di
i. allegorica, volta a
individuare il significato spirituale di personaggi ed episodi dell'Antico
Testamento. Tra i primi esegeti cristiani (III sec.) due furono gli orientamenti
principali: la scuola di Alessandria, che aveva come suo caposcuola Origene (III
sec.), interpretava in chiave allegorica persone e fatti dell'Antico Testamento
come una prefigurazione del Nuovo; la scuola di Antiochia sottolineava invece la
necessità di cercare il senso diretto del testo biblico, ossia quello
letterale. S. Agostino distinse la scienza dell'
i. in tre rami: la
noematica, l'
euristica e la
proforistica. La
noematica distingue quattro sensi: letterale, allegorico, tropologico e
anagogico. L'
euristica dà le regole d'
i., basate sul testo,
sulle definizioni tradizionali e sulle esegesi dei Padri della Chiesa. La
proforistica insegna i modi di esporre la
i. attraverso parafrasi,
glosse, predicazioni o commenti. Tale indirizzo caratterizzò l'
i.
della Bibbia nel Medioevo. Nell'età moderna si avvertì l'esigenza
di interpretare i testi sacri approfondendo la critica testuale.