Contrassegno che serve a distinguere una determinata condizione, o a guidare
verso una località, o verso un commercio. Oggetto o immagine che
costituisce l'emblema di una dignità, di un'autorità, di
un'onorificenza, di uno Stato, di un partito politico. Blasone, bandiera,
labaro, scettro, scudo. ║
I. pubblicitaria: il suo uso è
antichissimo. In genere consiste in una targa affissa a una parete, oppure
sporgente da essa. Le antiche
i. di negozio o laboratorio artigiano
recavano, e talune recano ancora, o la riproduzione di un arnese del mestiere -
una pialla, un paio di forbici - o di un oggetto della produzione - un paio di
scarpe, una chiave - oppure ancora dell'articolo in vendita, ad esempio un
libro, o generi alimentari, o ferramenta. Assai spesso, specie nel passato, le
i., lavorate in ferro battuto o in rame, oppure dipinte, ebbero pretese
artistiche. Non sono rari, specialmente dal Medioevo in avanti, fino all'inizio
del XX sec., gli esempi di
i. raffiguranti fatti storici, o avvenimenti
locali, tanto da contribuire a rendere più pittoresco l'ambiente. Dopo la
scoperta dell'energia elettrica, le
i. luminose tendono a soppiantare
completamente quelle di un tempo. L'uso dell'
i. luminosa si è
ulteriormente espanso con la fabbricazione delle lampade fluorescenti. Le
i. a tubi luminescenti si producono con tubi entro i quali la scarica
elettrica dà luogo a una luminescenza in un gas a debole pressione.
Questo tipo di
i. presenta notevoli vantaggi data la facilità con
la quale si può imprimere al tubo la forma desiderata, e ottenere il
colore voluto, variando e dosando la composizione del gas. Inoltre la
densità e il colore della luce si può variare con una diversa
composizione del vetro. Per evitare che l'
i. di un'impresa sia uguale o
simile a quella di altre, la materia è regolamentata dalla legge. Il
titolare di un'impresa ha diritto a usare un'
i. come marchio della
propria ditta, ma dopo avervi apportato tutte quelle modifiche atte a
differenziare il marchio stesso da altri uguali o simili preesistenti (art.
2.568 del codice civile). Il diritto tutela l'
i., così come tutela
la ditta e la sigla, anche se non ne impone la registrazione. L'appropriazione
di un'
i., anche quando non si tratti di un marchio, è vietata
dalla legge, poiché costituisce un atto di concorrenza sleale. Il comune
impone una tassa sulle
i., che si applica a ogni avviso pubblicitario
riguardante il commercio, l'industria, le professioni, i mestieri. • Mar.
- Bandiera che la nave inalbera, secondo la funzione particolare che vi si sta
compiendo. • Mil. - Negli eserciti l'
i. è costituita da una
asta sulla quale è un drappo o un altro segno distintivo, che ha la
funzione di richiamare e guidare i reparti e di servir loro come punto di
riferimento e di riconoscimento. Già nell'antico Egitto e nell'Asia
minore erano in uso le
i. militari: si trattava in genere di un'asta
adorna della immagine della divinità protettrice o dell'animale sacro.
i. simili si ebbero anche nella romanità. Dalle
i.
raffiguranti vari animali si passò all'aquila per le legioni e al
vessillum per la cavalleria. • Etn. - Nel Medioevo il termine
indica prevalentemente la bandiera, o i colori di questa, appartenente
all'imperatore, al sovrano o al signore sotto il cui comando militavano i
reparti. Particolare importanza ha nelle comunità primitive l'
i.
del capo, che sta a significarne il potere, l'autorità e il prestigio.
Fra le più note, usate ancora oggi da popolazioni dell'Africa e dell'Asia
sono la clava, il bastone, la lancia e anche l'ombrello. Distintivi dei capi,
presso gli aborigeni dell'America Meridionale, erano clave intagliate, bastoni a
mò di scettro, accette con il manico corto dette
butu dalle
popolazioni caribiche e
tamarana in Brasile, o il
toki - scure di
porfido e di marmo - degli araucani. La lancia si ritrova in vari Paesi, anche
insieme con altre armi. Nel Madagascar lancia e bastone compaiono variamente
adorni. Anelli d'oro e piume multicolori adornavano la lancia del capo dei
peruviani. Nelle Celebes il cavallo sacro è preceduto dalla lancia reale,
simbolo dell'autorità. Gli aborigeni delle Indie Occidentali preparavano
diademi con penne e scaglie di alligatore; caratteristiche erano inoltre le
pietre sonore assai simili agli scudi pettorali degli indonesiani, confezionate,
a forma di mezzaluna, con grosse conchiglie e altre varie sostanze. In alcune
comunità primitive l'
i. ha una tale importanza che la sua perdita
comporta la perdita dalla stessa autorità regale. Nelle Celebes lo stesso
diritto al trono era subordinato al possesso e alla custodia del talismano. Una
curiosità costituisce oggi l'importanza che anticamente
nell'aristocrazia, avevano le
i. femminili, le quali avevano la funzione
di rivelare immediatamente e vistosamente la condizione di chi le portava. Le
donne sposate avevano lo scudo a losanga, diviso, con le
i. della casata
maritale a destra e quelle della propria a sinistra, uscenti dalla linea di
separazione dello scudo. In epoca successiva ebbero scudo ovale congiunto a
quello del marito, sulla sinistra di questo. I due scudi erano sovrastati dalla
corona del titolo appartenente al marito, e avvolti da una cordelliera d'argento
annodata o da due rami d'ulivo. Le donne nubili avevano lo stemma di famiglia
sovrastato dalla corona corrispondente al proprio titolo personale, e avvolta da
una cordelliera sciolta. Le
i. delle vedove sono come quelle delle
sposate, con la differenza che hanno la cordelliera sciolta, o due rami di
palma.
Insegne luminose a Las Vegas