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Innatismo.

Termine filosofico riferito a ogni dottrina che consideri le idee universali non acquisite dallo spirito attraverso l'esperienza sensibile, ma già presenti al momento della nascita. Innatistica è la concezione platoniana alla quale si oppone decisamente lo stoicismo, secondo cui il conoscere comincia con la sensazione che è "impressione" dell'oggetto sull'anima. L'i. platoniano, attraverso Sant'Agostino giunge sino a Cartesio che sostiene l'esistenza di nozioni prime, puramente intelligibili, indipendenti dall'esperienza. L'i. di Descartes mira ad esaltare la natura e l'origine tutta interiore della coscienza. Anche la realtà del mondo esterno, secondo Cartesio, dev'essere dimostrata non già per mezzo dell'esperienza, ma sulla base delle idee innate. Contro l'i. si pose l'illuminismo, in particolare l'empirismo inglese rappresentato da Locke, che polemizzò contro qualsiasi specie di i. pur non rifiutando di riconoscere né la spontaneità dello spirito, né i diritti naturali dell'uomo. Quanto a Leibniz, che parla di "i. naturale delle idee", non accetta né lo statico i. di Cartesio, né la concezione empiristica di Locke delle idee come effetti di casualità esterna, e riduce lo spirito a possibilità: le idee, i principi formali, nonché le sensazioni, sono l'estrinsecazione della virtualità. L'i. leibniziano è dinamico, ma integrale: la libertà del singolo è solo spontaneità di azione coordinata dalla volontà divina.