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Ingegnerìa.

Insieme di attività che l'uomo esplica per governare ed utilizzare le forze messe a disposizione dalla natura, onde ottenere condizioni di vita migliore. In questa definizione si può comprendere tutta l'evoluzione della vita dell'uomo, da quando cominciò a servirsi degli elementi naturali che aveva a disposizione (vento, acqua, fuoco) fino alle prime forme di civiltà quando cominciò ad usare i materiali più semplici (legno, pietra, argilla) per la costruzione di ripari, utensili ed armi, per arrivare a quella che potrebbe definirsi i. moderna e che sfrutta la conoscenza delle leggi fisiche e matematiche che regolano i diversi fenomeni naturali. Si è passati così da un tipo di opere dettate dall'osservazione e ripetizione di casi già noti, alla creazione di strutture sempre più sofisticate partendo dalla conoscenza delle leggi generali che regolano il mondo fisico ed estrapolandole a tutti i problemi da risolvere, tenendo presenti eventuali parametri accessori e limiti di validità di dette leggi. Nulla si sa degli ingegneri delle civiltà più antiche, certo è che hanno lasciato opere grandiose che denotano, se non una preparazione teorica di base, certo una grande preparazione tecnica: basta pensare alle piramidi dell'Egitto o ai canali irrigatori della Mesopotamia o ai palazzi dei re Assiri. Presso i Romani gli ingegneri in un primo tempo erano addirittura schiavi o liberti; solo con Adriano acquistarono una certa importanza fino a raggiungere alte cariche onorifiche sotto Giustiniano. Nel Medioevo la condizione dell'ingegnere decadde e solo dopo il Mille riacquistò un ruolo più importante, raggiungendo nel Rinascimento un periodo di grande splendore soprattutto nei campi dell'i. civile ed idraulica. Il XVII sec. fu un periodo molto importante nell'evoluzione dell'i.; ricordiamo André Pitot (1695-1771) inventore del tubo omonimo e costruttore di acquedotti e canali, Antuine de Cèsy studioso di idraulica ed i vari Navier (1785-1836) Coulomb e Barrè de Saint-Venant (1797-1886) nel campo della statica e dell'elasticità delle strutture, che segnarono il definitivo passaggio dalla tecnica alla scienza delle costruzioni. Si ebbe inoltre un'espansione dell'i. anche in altri campi come quello tessile (nel 1785 fu costruito il primo telaio meccanico), quello siderurgico che passò dal livello artigianale a quello industriale, quello meccanico con la costruzione di varie macchine operatrici e di motrici a vapore e la sperimentazione delle prime catene di montaggio. Il XIX sec. fu il secolo della ferrovia e delle prime metropolitane (Londra 1863); si ebbe un notevole sviluppo nel campo siderurgico con i processi Bessemer e Thomas per la conversione dell'acciaio, ed il processo Martin-Siemens, mentre in America si ebbe un grande sviluppo dell'i. mineraria, favorita dalla corsa all'oro, e dello sfruttamento industriale del petrolio. Nel XX sec. si ebbe un susseguirsi quasi frenetico di nuove tecniche e realizzazioni che portarono a un aumento dei campi specifici dell'i. e ad una sempre più spinta specializzazione dell'ingegnere. In questo secolo hanno avuto grande sviluppo l'elettronica, la meccanica, l'areonautica, la chimica: sono nate nuove specializzazioni come l'i. nucleare ed aerospaziale e si sono imposti nuovi materiali come il cemento armato, l'alluminio e le materie plastiche. ║ La facoltà di i. comprende i corsi di i. civile, divisa a sua volta nei gruppi edile, trasporti e idraulica; aeronautica, meccanica, chimica, mineraria, elettronica, elettrotecnica, nucleare e navale. Il corso degli studi comprende, una volta acquisita la maturità classica o scientifica o tecnica, cinque anni di università comprendenti un biennio propedeutico e tre anni di specializzazione relativa ai vari corsi di laurea. Al termine, dopo la tesi di laurea, si acquisisce il titolo di dottore in i.; per ottenere l'iscrizione all'albo degli ingegneri occorre superare un esame di Stato che abilita alla professione.