Radiazione elettromagnetica di lunghezza d'onda compresa fra 0,75 micron e 1 mm.
In altri termini, la banda di radiazione dell'
i. si estende fra il limite
superiore dello spettro visibile e il limite inferiore delle onde hertziane.
L'
i. viene solitamente distinto in tre regioni:
i. prossimo, da
0,75 a 3 micron;
i. medio, da 3 a 25 micron;
i. estremo, oltre 25
micron. La radiazione
i. fu scoperta da F.W. Herschel nel 1880, studiando
la dispersione della luce solare attraverso un prisma; nel 1861 R. Bunsen e G.
Kirchhoff stabilirono definitivamente i principi fondamentali della
spettroscopia infrarossa. Nel 1866 S.P. Langley fu in grado, utilizzando
strumenti di rivelazione sensibilissimi, di estendere la regione dell'
i.
fino a 10 micron. F. Paschen e altri riuscirono poi a rivelare radiazioni di
lunghezza d'onda fino a 25 micron, usando prismi di fluorite, cloruro di sodio e
cloruro di potassio. H. Rubens, nel 1897, compì il grosso salto
nell'
i. estremo col metodo dei
raggi residui. Questo metodo
sfrutta la proprietà dei cristalli eteropolari di presentare riflessione
quasi metallica per le frequenze corrispondenti alle vibrazioni proprie degli
ioni nel reticolo cristallino, mentre le altre frequenze vengono assorbite. Se
ora facciamo riflettere ripetutamente su una lastra di cristallo un fascio di
radiazione che contenga tra le altre anche le frequenze corrispondenti a tali
vibrazioni proprie, alla fine ritroviamo solo la stretta banda della radiazione
che viene riflessa, cioè la "radiazione residua". La rivelazione della
radiazione
i. avviene al disopra di 4 micron solo con metodi termici, al
disotto di 4 micron anche tramite l'effetto fotoelettrico nei semiconduttori,
nella zona prossima a 1 micron anche fotograficamente con lastre opportunamente
sensibilizzate. Le radiazioni
i. sono largamente usate in molti settori
della scienza e della tecnica. In medicina, si sfrutta il potere penetrante dei
raggi
i. per produrre la vasodilatazione delle parti irradiate,
facilitando così la cicatrizzazione dei tessuti. Nella tecnica
fotografica, si usano per la rivelazione di particolari non visibili ad occhio
nudo o con la normale fotografia. Vengono inoltre usati nel riscaldamento
dell'ambiente circostante in quanto la loro energia è facilmente
assorbita dagli oggetti materiali. Nell'industria bellica si usano i raggi
i. per la costruzione di apparecchiature di puntamento e nella guida
automatica di missili e proiettili. In fisica, la spettroscopia nell'
i.
viene impiegata nella determinazione di alcune caratteristiche di struttura di
una molecola, attraverso il calcolo delle frequenze rotazionali.