Che trasmette l'infezione. • Med. -
Malattie i.: malattie la cui
caratteristica fondamentale è quella di essere trasmissibile da persona a
persona attraverso diversi generi di contagio. Sono causate dall'infezione di
parassiti microbici o da virus che, se eliminati da un organismo che ne è
stato infetto, hanno la facoltà di trasferirsi in un altro organismo. La
concezione di contagio fu sempre chiara anche nelle epoche nelle quali la
medicina era particolarmente arretrata. Le cause del contagio erano però
indicate nelle collere celesti, nella pratica della magia, nell'astrologia e
nell'esistenza di miasmi particolari che potevano essere trasportati da persona
a persona. I pochi che avanzavano l'ipotesi dell'esistenza di contagio
attraverso materia organica (per es. Varrone) non trovavano ascolto. La teoria
del "contagio vivo" venne avanzata per la prima volta nel 1546 da Gerolamo
Fracastoro che, nel suo
De Contagione et contagiosis morbis, sostenne
l'esistenza di diversi tipi di contagio provocati da esseri viventi invisibili
che potevano trasmettere le malattie o per contatto diretto o a distanza. Tale
teoria non venne però presa in considerazione. La teoria del contagio
vivo riprese vigore attorno alla metà del 1800 e venne definita
precisamente per la prima volta dallo studioso italiano Agostino Bassi.
Ulteriori studi vennero portati avanti da Koch e Pasteur che aprirono la strada
alla nuova scienza dello studio dei microbi detta
microbiologia. Il
termine
endemica indica una malattia
i. che è presente
abitualmente all'interno di una certa area geografica e sociale. Le malattie
endemiche presenti in Italia sono, ad esempio, il morbillo, la scarlattina ed il
tifo. Si indica invece con il termine
epidemia la rapida ed estesa
propagazione di una malattia
i. La sorgente prima di un contagio risulta
essere un soggetto ammalato che ne diventa il portatore. Si tratta di un
soggetto che ospita parassiti al suo interno e che, pur essendo clinicamente
sano, li elimina diventando portatore di contagio. Si indica poi con il nome di
portatore sano chi sia apportatore di contagio pur non avendo mai
sofferto della malattia. Tali portatori costituiscono la sorgente più
pericolosa dei mali dal momento che è praticamente impossibile
individuarli per tempo, a differenza dei portatori ammalati per i quali la
chiarezza della sintomatologia ne agevola l'isolamento e ne diminuisce la
pericolosità. Per talune malattie la trasmissione avviene dagli animali
all'uomo: carbonchio, rabbia, brucellosi e peste. I due tipi di contatto
attraverso i quali si trasmettono le malattie sono il
diretto e
l'
indiretto. Il primo avviene per esempio con il rapporto sessuale o con
altri generi di contatto; più frequente è il caso della presenza
di veicoli di trasmissione con i quali i parassiti hanno la possibilità
di viaggiare anche a grande distanza. Tali veicoli possono essere costituiti da
elementi naturali come l'aria, l'acqua, gli alimenti, oppure si può
trattare di esseri viventi, generalmente insetti (mosche, zanzare, pidocchi).
Per tutte le malattie
i. esiste un determinato periodo, detto
periodo
di incubazione, nel corso del quale i parassiti penetrano nell'organismo e
danno luogo alla comparsa dei primi sintomi. In questo periodo avviene la
moltiplicazione dei parassiti ed il loro adattamento al nuovo ambiente in cui si
sono venuti a trovare. Non è infrequente il caso che l'individuo infetto
diventi contagioso anche nel corso di questo periodo. Tale periodo ha, per
ciascuna malattia, una durata costante. Esso può essere brevissimo, breve
o estremamente lungo. La diagnosi delle malattie
i. si basa su una serie
di sintomi che sono caratteristici per ciascun genere di contagio. Può
fondarsi inoltre sul modo in cui il contagio stesso si è trasmesso o su
una serie di esami di laboratorio che permettono di identificare la presenza dei
parassiti. Tale lavoro di ricerca viene effettuato nel sangue e nelle secrezioni
del malato; avviene talora che si sperimentino delle reazioni immunitarie che
mettono in evidenza la produzione di anticorpi che possano agire contro il
parassita che è penetrato nell'organismo provocando in questo modo la
malattia. Secondo le vigenti disposizioni di legge in Italia, la profilassi
delle malattie
i. è affidata ai comuni e tale servizio è
gestito sotto la direzione e la responsabilità dell'ufficiale sanitario
comunale. La non osservazione degli ordini dati per impedire il diffondersi di
un contagio è punita con l'arresto sino a sei mesi, mentre se tale
trasgressione è compiuta da persona che eserciti la professione medica la
pena viene considerevolmente aumentata. Tutti i medici, nel caso si manifesti
una malattia a carattere epidemico, hanno il dovere di porsi alle dirette
dipendenze dell'autorità sanitaria del comune che ne disporrà a
seconda delle necessità del momento e a seconda delle varie
specializzazioni. Il primo passo della profilassi della malattia
i.
è la denuncia fatta al sindaco o all'ufficiale sanitario fatta ad opera
del medico che sia venuto a conoscenza o abbia curato personalmente un caso di
sospetta derivazione contagiosa. Tale denuncia è obbligatoria per tutte
quelle malattie che sono indicate nel Decreto Ministeriale del 23-IV-1940 e
successive aggiunte. Il secondo provvedimento consiste nell'immediato isolamento
del malato sino alla scomparsa del rischio di contagio o sino all'accertamento
che non si tratta di una malattia a carattere
i. Tale isolamento
può anche essere effettuato a domicilio, ma è buona norma
effettuarlo in ospedale all'interno di un reparto specificatamente attrezzato
per la terapia delle malattie
i. Lo scopo di tale isolamento è
l'impedire, mediante l'impossibilità di un contatto diretto od indiretto,
che il morbo si propaghi. Altri provvedimenti obbligatori sono la disinfezione
degli effetti personali del malato, la disinfestazione nel caso che il contagio
sia stato trasmesso da insetti o da altri animali, la vaccinazione e la
sieroprofilassi. Altri provvedimenti atti ad impedire il sorgere e lo
svilupparsi di contagi consistono nella visita medica obbligatoria per le
persone che frequentano abitualmente le scuole, per le persone addette alla
preparazione e alla vendita di sostanze alimentari, per gli addetti ai servizi
negli alberghi, per tutte le persone addette a servizi di carattere domestico.
È inoltre di particolare importanza il rispetto delle norme igieniche
individuali e collettive, il continuo sforzo di miglioramento delle condizioni
ambientali, una corretta ed intensa educazione sanitaria che venga portata
avanti sino dai primi anni di scuola e l'abitudine ad una costante pulizia
personale. • Veter. - Le malattie
i. che sono proprie
specificatamente degli animali sono poco numerose, mentre è frequente il
caso di malattie trasmissibili dagli animali all'uomo e viceversa. Tali
malattie, raggruppabili sotto il termine di
zoonosi, riguardano tutti i
morbi che possono essere trasmessi dall'uomo agli altri animali vertebrati. Le
principali di queste malattie sono: le encefaliti, le encefalomieliti, il vaiolo
vaccino, l'anemia
i. del cavallo, la rabbia, la stomatite vescicolosa, la
febbre gialla. Tra le malattie batteriche troviamo il carbonchio ematico, la
brucellosi, la difterite, la morva, la listeriosi, la pasteurellosi, la peste,
la febbre da morso di ratto, la vibriosi. La profilassi di queste malattie
è analoga a quella che viene usata per gli esseri umani. Vi è, per
quanto riguarda gli animali, il vantaggio di poter procedere all'eliminazione
dei soggetti che sono risultati infetti, diminuendo in questo modo i rischi di
un allargamento incontrollabile del contagio. Anche in questo caso si rende
obbligatoria la denuncia al sindaco di tutti i casi sospetti e di tutte le
manifestazioni di possibile contagio. In seguito a tali denunce vengono
effettuati una serie di controlli che tendono a verificarne la fondatezza: in
caso affermativo si procede a tutti quei provvedimenti che si rendono necessari
per arrestare il morbo con il minimo danno per gli animali che vi sono
coinvolti. La diagnosi si basa, anche nel caso degli animali, sul riconoscimento
dei sintomi più significativi ed appariscenti di ciascuna malattia e
sulle analisi di laboratorio che rivelino con certezza assoluta la presenza dei
parassiti. A questo scopo ci si serve dell'esame del sangue, dell'esame
microscopico delle secrezioni, dell'esame del materiale patologico e in una
serie di ricerche sierologiche. In veterinaria è comunque di maggiore
importanza lo studio degli agenti eziologici, cioè di quei microrganismi
patogeni che agiscono singolarmente od associati sulle specie animali. Anche per
quanto riguarda gli animali domestici riveste grande importanza l'azione di
prodotti vaccinali od il ricorso a sieri iperimmuni. La legislazione italiana
considera obbligatoria la profilassi per gli animali domestici allo scopo di
impedire un rapido diffondersi delle varie infezioni. La legge prevede inoltre
il ricorso all'intervento sierovaccinale e ad opportuni
richiami che
rafforzano lo stato di immunità dei singoli soggetti sottoposti a tale
trattamento.