L'essere indegno. • Dir. - È causa di esclusione della successione.
Colpisce chi ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere la persona della
cui successione si tratta o il coniuge, o un discendente, o un ascendente della
medesima, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la
punibilità; chi ha commesso, in danno di una di tali persone, un fatto al
quale la legge penale dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio; chi ha
denunciato una di tali persone per reato punibile con l'ergastolo o con la
reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denunzia
è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale, ovvero ha testimoniato
contro le persone medesime imputate dei predetti reati, se la testimonianza
è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale; chi
ha indotto con dolo o violenza la persona, della cui successione si tratta, a
fare, revocare o mutare il testamento, o l'ha impedita; chi ha soppresso, celato
o alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata; chi ha
formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso. L'indegno è
obbligato a restituire i frutti che gli sono pervenuti dopo l'apertura della
successione e non ha, sui beni della successione stessa che siano devoluti ai
suoi figli, i diritti di usufrutto e di amministrazione che la legge accorda ai
genitori. Chi è incorso nell'
i. è ammesso a succedere
quando la persona, della cui successione si tratta, ve lo ha espressamente
abilitato con atto pubblico o con testamento. Tuttavia l'indegno non
espressamente abilitato, se è stato contemplato nel testamento quando il
testatore conosceva la causa d'
i., è ammesso a succedere nei
limiti della disposizione testamentaria.