Stats Tweet

Incoronazióne.

Cerimonia per mezzo della quale un sovrano entra in possesso, con l'imposizione della corona, della sua dignità. L'uso di cingere il capo del sovrano con un diadema o uno stemma (corona) è di origine greca ed orientale. Per gli imperatori romani i simboli dell'i. e della presa del potere erano rappresentati dal manto di porpora e dallo scettro; venivano proclamati poi con la elevazione sugli scudi: cerimoniale che influenzò in seguito anche la tradizione bizantina. La cerimonia assunse comunque solo nel Medioevo una speciale importanza per l'elemento religioso apportatole dal Cristianesimo, e per l'importanza che lo spirito del tempo dava ai simboli. La legittimità stessa del sovrano era data dalla cerimonia dell'i., se svolta con precisione e fasto (si ricordi quella di Carlo Magno nell'800). A Bisanzio la cerimonia avveniva con magnifico sfarzo in Santa Sofia e l'atto dell'unzione conferiva al sovrano carattere quasi sacerdotale: espressione del nuovo concetto cristiano del potere. Anche presso i Franchi la i. si conformò alla tradizione bizantina quando fu incoronato Pipino nel 752. Per l'i. dei re Francesi dall'869 fu scelta la città di Reims. Per i re di Germania la sede fu spostata da Aquisgrana a Ratisbona, Augusta e Francoforte sul Meno; quella dei re d'Italia a Monza con l'imposizione della famosa corona di ferro, o in Sant'Ambrogio a Milano o a Pavia, quella dei re d'Inghilterra a Westminster per mano dell'arcivescovo di Canterbury; quella degli imperatori a Roma per mano del pontefice. Nel Pontificale romanum è fissato il cerimoniale per l'i. del re e della regina consorte: funzione eseguita dal metropolitano o dal papa con l'assistenza di altri vescovi. Il re, in abiti militari, viene presentato al metropolitano, parato per la messa papale, da due vescovi. Questi rivolge al re una breve allocuzione sull'importanza e sui doveri del suo grado, quindi il sovrano si inginocchia davanti all'altare mentre si cantano le litanie; rialzatosi, riceve l'unzione col sacro crisma al polso destro e tra le spalle. Con l'inizio della messa, in luogo appartato, il re indossa gli abiti regali. Dopo il graduale, il metropolitano sfodera la spada che consegna al re, esortandolo alla difesa della religione e dello Stato quindi, rimessala nel fodero, gliela cinge al fianco. A questo punto della cerimonia avviene l'imposizione della corona e la consegna dello scettro. In un secondo tempo, lasciata la spada, il re viene accompagnato dai prelati ad un tronetto dove il pontificante lo intronizza. Si canta il Te Deum mentre continua la messa. Con la lettura del Vangelo il sovrano offre al metropolitano alcune monete. La regina, quando è col re, dopo l'intronizzazione di questo, viene a sua volta consacrata ed incoronata nel medesimo modo. Così risulta dalla cerimonia dell'i. di Napoleone e della consorte Giuseppina (1804) da parte di Pio VII. Com'è noto, fu lo stesso imperatore che impose la corona sul proprio capo e su quello dell'imperatrice. L'i. imperiale, che per tradizione si svolgeva in San Pietro, era seguita dall'acclamatio del popolo. Con il XIV sec. però, la sede venne trasportata in Germania e la cerimonia eseguita per mano degli elettori ecclesiastici. Le insegne imperiali delle quali erano custodi venivano inviate dai magistrati di Aquisgrana e di Norimberga. Il mattino l'imperatore eletto raggiungeva in corteo la chiesa, accompagnato dai quattro elettori laici portanti il globo, lo scettro, la corona, la spada. Sono ad attenderlo davanti all'entrata della chiesa i tre elettori ecclesiastici che, dopo la messa e la promessa d'impegno fatta dall'imperatore di difendere e proteggere la Chiesa, l'ungono e gli impongono la corona. A partire forse dal IX sec. l'i. con la tiara diviene parte integrante anche nella cerimonia per l'i. del pontefice. Questa si svolge ancora oggi secondo la tradizione, per mano del cardinale primo decano durante un solenne pontificale. Sul capo del pontefice eletto veniva posto il regnum, al quale si aggiunse in seguito una prima corona, quindi sotto Bonifacio VIII una seconda ed una terza corona, sicché il regnum divenne triregnum, da cui l'origine della tiara. Il rituale dell'i. è ricco di simbolismo, come l'atto dell'abbruciamento per tre volte della stoppa davanti al papa, ripetendo sic transit gloria mundi. Dopo il 1870 l'i. venne compiuta in San Pietro, ma Pio XII la riportò pubblica all'esterno. Fastosissima è ancora oggi l'i. dei sovrani d'Inghilterra il cui rituale venne però modificato dopo le riforme, ed il passaggio dell'Inghilterra all'anglicanesimo. Gli atti essenziali dell'i. sono la presentazione del re eletto ai grandi dello Stato, cerimonia compiuta dall'arcivescovo di Canterbury, il rivestimento delle insegne reali e l'unzione, il giuramento del re di osservare le leggi, di governare con giustizia e di difendere la chiesa anglicana; l'i. si conclude con l'omaggio dei vescovi e dei pari.