Vescovo e teologo francese. Di nobile origine, entrò nella vita religiosa
nell'abbazia di Saint-Denis, divenendo discepolo dell'abate Ilduino. Dopo un
periodo trascorso in Sassonia, negli anni intorno all'830, fu ammesso alla corte
imperiale dove in breve tempo divenne influente al punto di ricoprire la carica
di vero primo ministro di Carlo il Calvo. Il re fece abbandonare ad
I. la
carica di tesoriere nell'abbazia di Saint-Denis per tenerlo con sé,
concedendogli in beneficio alcune abbazie. Dimostrò il grado di potenza
raggiunto al concilio di Verneuil, dove fu trattato il problema della
restituzione alla Chiesa dei beni che le erano stati tolti dagli imperatori. Gli
venne affidata la carica di arcivescovo di Reims nell'845, carica che
ricoprì con grande intelligenza e abilità politica. Nell'847
divenne maestro di palazzo, assumendo una posizione preminente nella gerarchia
ecclesiastica francese; da questa posizione di comando guidò la Chiesa di
Francia con fermezza, anche se in alcuni casi si mostrò eccessivamente
autoritario. Difese una sua dottrina religiosa anti-agostiniana e vagamente
eretica nelle opere
De praedestinatione Dei et libero arbitrio e
De
una et non trina Deitate contro gli attacchi di Prudenzio di Troyes, di Lupo
di Ferrières, di Amolon, arcivescovo di Lione, nel concilio di Valenza
(855). Nell'861 fece imprigionare Rotardo, vescovo di Soissons, rifiutando di
giustificare l'atto col papa; ciò gli procurò delle dispute con la
Santa sede. Vagheggiò una Chiesa di Francia indipendente da quella
romana, riuscendo ad ottenere parziali risultati. Nell'869 proclamò re di
Lorena Carlo il Calvo. Fece strappare gli occhi a suo nipote Incmaro, vescovo di
Laon, in seguito a una disputa di questi col re. Nell'877, quale esecutore
testamentario di Carlo il Calvo, incoronò a Compiègne il figlio
del re, Luigi il Balbuziente. Si rifugiò a Epernay, in seguito alle
invasioni normanne. Prima della morte aveva tentato di esercitare sui
discendenti di Carlo il Calvo la stessa autorità che aveva esercitato sul
loro padre. Nella sua lunga vita si occupò attivamente della diocesi di
Reims, fondando due scuole di clerici, e arricchendo di numerosi manoscritti la
biblioteca della cattedrale di Saint Rémy. Scrisse opere di polemica
religiosa e politica, un'
Epistola de ordine palatii, una
Vita di San
Remigio (806 circa - Epernay 882).