Azione volta a sottomettere gli uomini e il mondo naturale attraverso formule
magiche. Alla riuscita delle operazioni che costituiscono l'
i. sono
necessarie, oltre ad alcuni ingredienti materiali e simbolici, anche formule
magiche, generalmente in forma di canzoni o di filastrocche ritmiche. La forza
dell'
i. sta nella sua capacità interna di agire e di influenzare.
Numerose credenze erano diffuse presso gli antichi a proposito degli
i.
Le formule dell'
i., che si servono di parole incomprensibili o che non
hanno senso, sono costituite da una prima parte narrativa, riallacciantesi ad un
mito conosciuto volto al fine dell'azione magica, e da una seconda parte nella
quale tale scopo è già stato raggiunto. Tipico degli
i.
è la mescolanza di elementi pagani e cristiani; per questa ragione la
Chiesa cattolica ha sempre condannato tali riti tacciandoli di paganesimo o
accusando chi li compie di pratiche demoniache. Generalmente la lettura delle
formule è accompagnata da un rituale particolare. Gli
i. possono
essere buoni o cattivi: la tradizione europea è molto ricca di esempi di
questo secondo tipo: basti ricordare la
fattura, tipica forma di
i. volto a ridurre in potere di chi compie il rituale una parte o la
totalità della persona fatturata. Nella favolistica europea, nella
narrativa epica e cavalleresca numerose sono le fiabe che parlano di
i.:
generalmente si tratta di persone ridotte in potere di un malvagio e trasformate
in bestie o in esseri inanimati; chi scioglie l'
i. è una persona
pura (solitamente un bimbo o una fanciulla) che annulla le forze del male con la
propria bontà.