Atto dell'imitare. ║ Riproduzione di suoni, voci o gesti fatta da attori.
║ Oggetto prodotto per imitare qualcos'altro, generalmente più
pregiato:
i. ottocentesca di un quadro di Leonardo. • Filos. -
Nella filosofia greca antica l'arte è stata definita
i. (o
mimesi) della realtà (Platone, Aristotele). Tale presupposto
estetico ha influenzato la letteratura, soprattutto quella del Rinascimento:
l'
i. dei classici era ritenuto il canone fondamentale per chiunque si
cimentasse nel campo artistico, poiché solo il rispetto della tradizione
poteva garantire il valore di un'opera d'arte. Tale orientamento fu
completamente rinnegato dalla critica romantica, che affermò l'opposto
concetto dell'arte intesa come autonoma e originale creazione dell'artista. La
successiva riflessione estetica, in particolare quella idealistica, ha
accentuato il valore autonomo dell'arte, così che il concetto di
i. viene oggi comunemente inteso in senso negativo, indicando un
pedissequo adeguamento dell'autore a una tradizione. • Psicol. - Processo
mediante il quale un soggetto, umano o animale, posto di fronte al comportamento
di un altro o di altri, tende a copiarlo. Secondo alcuni sociologi, i fenomeni
di
i., cosciente o inconscia, svolgono un'azione determinante nello
sviluppo mentale e sociale dell'individuo consentendogli di acquisire forme di
attività superiore e differenziata. Si pensi, ad esempio, nei bambini,
all'
i. che questi fanno delle intonazioni della voce umana, pervenendo
gradualmente all'acquisizione del linguaggio • Mus. - Melodia, o frammento
di melodia, affidato a una voce o a uno strumento e ripetuta poi da altra voce o
altro strumento, in uguale o diversa tonalità e tempo. Il motivo da
imitare si chiama
proposta o
antecedente, quello imitante,
risposta o
conseguente. Posta dai fiamminghi alla base del
canone (XV-XVI sec.), divenne nel Rinascimento il principio strutturale
fondamentale della composizione. In seguito, si valsero dell'
i.
soprattutto la scrittura contrappuntistica e la fuga.