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Imbalsamazióne.

Metodo con il quale ci si propone di conservare le salme, evitandone la decomposizione. Il procedimento di i. si basa sull'essiccazione o disidratazione del corpo, la quale impedisce che alcuni enzimi, presenti nei tessuti dell'organismo, distruggano (disintegrazioni enzimatiche o fermentazioni) le sostanze organiche, attività che necessita di un ambiente umido. Per sottrarre acqua alla salma, gli antichi erano soliti cospargerla di essenze balsamiche come cere e gomme vegetali, le quali tuttavia riuscivano ad essiccare solamente i tessuti superficiali. Per questo motivo risultava indispensabile procedere, in un secondo momento, all'asportazione degli organi interni. L'i. venne praticata da molti popoli dell'antichità e in particolare dagli egizi, i quali ricorrevano anche alla mummificazione dei corpi. Quest'ultimo processo, molto più lungo e complesso, si rivelava più efficace, permettendo di raggiungere un livello d'essicazione di gran lunga superiore e riducendo il peso corporeo al minimo. Le tecniche di i. sono state progressivamente perfezionate nei secoli. Attualmente i medici impiegano vapori disidratanti e iniezioni endoarteriose con preparati disinfettanti e disidratanti. Questi penetrano profondamente nel corpo rendendo superflua l'eviscerazione. Malgrado le i. siano oggigiorno rarissime, esistono norme precise che regolano i trattamenti per ottenerle. L'art. 45 del Regolamento di polizia mortuaria, di cui al D.P.R. 21-X-1975, n. 803, stabilisce che si proceda alla richiesta d'autorizzazione al sindaco, completa di una dichiarazione del medico che intenda eseguire l'i., nella quale vengano indicati i metodi per compiere l'operazione.