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Illustrazióne.

Arte - Già in epoca antichissima compare l'uso di illustrare i testi scritti mediante figure. Fra i più antichi esempi di i. dell'èra cristiana, celebri l'Omero della Biblioteca Ambrosiana e il Virgilio della Vaticana, dove le figure, intercalate al testo o a piena pagina, hanno funzione didascalica, semplicemente dichiarativa del testo. In molti manoscritti medievali tale funzione è congiunta al desiderio di fare della pagina una cosa bella in sé. Fra il XIII e il XIV sec., è raggiunto, in Occidente, il massimo equilibrio fra queste due esigenze. Il valore dichiarativo delle i. è fortemente sentito dagli illustratori dei primi libri a stampa, le cui figure lineari a silografia risaltano sulla carta in armonia con i caratteri tipografici. Particolarmente curati sono, in genere, i frontespizi e le ultime pagine. Nel XVI sec. le i. tendono a effetti di ricchezza, a discapito dell'insieme del libro; ciò si accentua ancora nel tardo Rinascimento e nel Barocco. Nel XVIII sec. sorge in Francia il genere della vignetta. Il XIX sec. segna la decadenza dell'arte dell'i., in seguito alla diffusione del libro economico. Sorgono pertanto, verso la fine del secolo, vari movimenti per la rinascita dell'i. artistica, che si occupano di stampare libri con i., spesso per amatori, in pochi esemplari. Il perfezionamento delle arti grafiche rende comune l'uso di ottime riproduzioni fotomeccaniche a i. dei testi scientifici. Le i. di giornali, riviste, ecc., hanno in genere valore di puro commento al testo, quando non è questo ad essere ridotto a breve commento dell'i. (fumetto).