Chim. - Composto chimico la cui molecola è costituita solo da atomi di
carbonio e di idrogeno. Gli
i. hanno formula generale: C
m
H
n ove
n è minore o al massimo uguale a 2
m + 2.
La loro importanza deriva dal fatto di essere, con i loro composti, il solo
oggetto della chimica organica. Costituenti principali del petrolio e del gas
naturale, sono presenti anche come elementi essenziali del carbon fossile e di
polimeri naturali quali il caucciù. Poiché
i. sono stati
rilevati nell'analisi degli spettri di alcune stelle, la loro esistenza precede
assai probabilmente quella del sistema solare. In ogni caso essi furono decisivi
all'interno del processo di evoluzione prebiotica sul nostro pianeta: il metano
presente nell'atmosfera terrestre, ad esempio, fu l'elemento decisivo che
permise la sintesi degli amminoacidi. Vi sono altre ambiti, oltre alle funzioni
che gli
i. svolgono già in natura, in cui questi composti hanno un
ruolo assai importante: ad esempio essi sono materia prima in processi di
trasformazioni chimiche e petrolchimiche in campo industriale. La quasi
totalità delle materie plastiche, infatti, deriva da
i. naturali o
artificiali o da derivati degli
i. ║
Struttura: alla base
della struttura macromolecolare degli
i. sta la tendenza degli atomi di
carbonio e di idrogeno a legarsi reciprocamente e la possibilità degli
atomi di carbonio di costituire legami fra loro e formare catene aperte, lineari
o ramificate, o cicli, ossia anelli chiusi. Mentre il legame carbonio-idrogeno
è unico e semplice, essendo l'idrogeno monovalente (può
cioè dare o ricevere o mettere in comune un solo elettrone), i legami
carbonio-carbonio possono essere più d'uno in una sola molecola e
polivalenti. Il carbonio, infatti, presentando due elettroni nell'orbitale
2
p e altri due nell'orbitale 2
s, cioè quattro in tutto
nello strato più esterno, dovrebbe partecipare ai legami chimici solo con
la valenza due degli elettroni estremi ma, data la bassa differenza di energia
che sussiste fra gli orbitali
s e
p, partecipa invece con le
quattro valenze complessive degli elettroni dello strato di valenza. Non
è questa l'unica eccezione presente nel comportamento di questo elemento:
i suoi orbitali infatti spesso si fondono fra loro a formarne di nuovi, detti
ibridi, non presentandosi più come distinti: è il fenomeno
della
ibridizzazione degli orbitali. Vi sono diversi tipi di
ibridizzazione e in funzione di essa si possono creare, fra due atomi di
carbonio, legami di diversa valenza: semplici, cioè monovalenti; doppi,
cioè bivalenti; tripli, cioè trivalenti. Un solo atomo di
carbonio, va ricordato, può costituire anche due doppi legami
carbonio-carbonio. ║
Classificazione: gli
i. possono essere
raggruppati per comodità di studio e per analogia di comportamento in
diversi modi. Correntemente si usa suddividerli in tre classi:
i.
alifatici o
aciclici;
i. aliciclici;
i. aromatici. La
prima di queste classi contiene
i. in cui lo schema degli atomi di
carbonio, nella rappresentazione piana, costituisce una retta o una linea
spezzata con eventuali ramificazioni, ma non presenta mai degli anelli chiusi.
Si avranno quindi degli scheletri del
tipo:
C―C―C―C―C―C―oppure
del tipo:

ma mai del tipo:

Gli
i. aliciclici presentano invece nella loro molecola dei
cicli, cioè degli anelli di atomi di carbonio, come negli esempi
seguenti:

Anche gli
i. aromatici
contengono dei cicli nella loro molecola ma in aggiunta presentano dei doppi
legami posti in
posizione coniugata (due o più doppi legami
separati fra loro da un legame semplice) la cui formazione interessa non solo i
doppi legami in sé, ma anche tutti i legami semplici presenti
nell'anello. ║
I. alifatici. Questa classe presenta al suo interno
composti con caratteristiche distinte per le quali vengono divisi in:
a)
Alcani o
paraffine o
i. paraffinici;
b)
Alcheni
od
olefine o
i. etilenici;
c)
Alchini o
i.
acetilenici;
d)
Dieni e
polieni.
Questa distinzione
formale è basata sul tipo di legami presenti nelle molecole: gli alcani
presentano solo legami semplici (e quindi sono anche detti
saturi mentre
tutti gli altri sono detti
insaturi in quanto i legami multipli, doppi o
tripli, sono anche detti
insaturazioni); gli alcheni presentano un doppio
legame nella molecola; gli alchini presentano nella molecola un triplo legame; i
dieni presentano due doppi legami e i polieni ne presentano più di due.
║
Alcani: questo nome è stato ufficializzato dalla IUPAC
(
International Union of Pure and Applied Chemistry, cioè Unione
internazionale di chimica pura ed applicata) ma i composti sono anche designati
come paraffine (da
parum affinis: poco reattivo), in quanto presentano
una minore tendenza a reagire rispetto ad altri
i. La formula generica
è la seguente:
C
nH
2n+2 quale
che sia lo scheletro della molecola. In natura si trovano alcani con
n
che va da 1 a 32. I primi termini della serie paraffinica sono designati con
nomi tradizionali (metano, etano, propano, butano); i termini seguenti hanno
nomi con suffisso -
ano e la radice che ricorda il numero di atomi di
carbonio componenti la loro molecola. In questa serie si dice che un
i.
è
omologo superiore di un altro se rispetto ad esso ha un atomo di
carbonio in più (cioè un gruppo –CH
2– in
più), mentre un
i. è
omologo inferiore di un altro
se rispetto ad esso presenta un atomo di carbonio in meno. Così ad es.
rispetto all'esano, l'eptano è omologo superiore ed il pentano è
omologo inferiore. Osservando le caratteristiche fisiche di questi
i. si
osserva che in condizioni ambiente i primi termini (dal metano al butano
incluso) sono gassosi mentre i termini seguenti sono liquidi (dal pentano
all'esadecano) o solidi (dall'eptadecano in poi). Inoltre si osserva che,
eccezion fatta per i primi termini, sia la temperatura di fusione sia quella di
ebollizione cresce regolarmente, passando da un termine della serie agli
omologhi superiori. In presenza di ramificazioni delle catene, a parità
di formule, si osserva di solito una minore temperatura di fusione e di
ebollizione rispetto all'
i. normale, cioè a catena lineare. La
possibilità di avere ramificazioni comporta la presenza di
isomeria geometrica per molti
i., iniziando dal butano e
continuando per tutta la serie. Mentre metano, etano e propano sono unici, il
butano può già esistere in due forme:

Il pentano invece può esistere nelle seguenti tre
forme:

Il numero dei possibili isomeri
geometrici, come si vede, cresce rapidamente al crescere del numero di atomi
della molecola. Così esistono 5 esani, 9 eptani, 18 ottani, 35 nonani,
circa 360.000 isomeri dell'eicosano (20 atomi di carbonio) ed oltre 4 miliardi
di isomeri del tricontano (30 atomi di carbonio). Per i primi termini della
serie, fino al nonano, tutti gli isomeri sono stati isolati e studiati; per i
termini successivi ne sono stati isolati solo alcuni e si è semplicemente
calcolato il numero delle forme isomeriche possibili. Se una paraffina perde un
atomo di carbonio si trasforma in un
radicale alchilico o
alchile;
gli alchili derivano il proprio nome dal rispettivo
i. mediante il
semplice cambiamento della desinenza -
ano in -
ile. La
denominazione degli isomeri, però, è sovente complessa. Allo scopo
di normalizzarla la IUPAC ha proposto un sistema convenzionale ormai adottato
quasi universalmente, ad eccezione di alcuni
i., per i quali è
ancora molto diffuso il nome comune. Per designare una catena qualsiasi,
ramificata o no, di una paraffina, si usa numerare gli atomi di carbonio della
catena rettilinea più lunga che l'
i. presenta. Il numero di atomi
di questa catena dà il nome all'
i.: le eventuali catene laterali
vengono lette come gruppi alchilici che sostituiscono un atomo di idrogeno. Le
paraffine sono presenti in grandi quantitativi in natura nei petroli e nei gas
naturali, dei quali costituiscono la maggior parte. Questi, soprattutto il
petrolio, contengono paraffine sia lineari che ramificate che, ove necessario,
possono essere separate fra loro con i metodi di frazionamento in uso
nell'industria chimica. In moltissimi casi però il frazionamento non
è completo e si limita alla divisione del grezzo petrolifero in diverse
frazioni, caratterizzate da un determinato campo di temperatura di ebollizione.
Nel caso in cui
i. aromatici siano presenti insieme alle paraffine, essi
vengono separati a parte e recuperati poi in diverse frazioni in quanto servono
come base per la sintesi di molti prodotti chimici. Paraffine lineari sono
presenti in altri composti naturali, dai quali possono essere recuperate. Per
quanto riguarda la solubilità, le paraffine sono quasi tutte miscibili
fra loro allo stato liquido, tanto che separare le une dalle altre è
talvolta molto difficile, non sono invece solubili nei comuni solventi polari
come l'acqua. Buona è invece la loro solubilità in altri solventi
organici come alcoli, eteri, altri
i., ecc. Dal punto di vista chimico,
gli alcani sono abbastanza stabili a temperatura ambiente: resistono senza
alterarsi alla maggior parte dei reagenti chimici, compresi acidi forti ed
ossidanti energici come il permanganato e l'acido nitrico. Dato che sono
completamente saturi, la reazione più frequente cui danno origine
è la sostituzione di un atomo (o più atomi) di idrogeno con uno (o
più) sostituenti. Queste reazioni avvengono abbastanza facilmente a
temperature appena un po' superiori a quella ambiente. Si ricordano
l'
alogenazione, che consiste nella sostituzione di un idrogeno con un
atomo di cloro; la
solfonazione, in cui per azione di acido solforico a
caldo si ottiene la formazione di un acido solfonico mediante sostituzione di un
H– con un gruppo –SO
3H; la
nitrazione, sempre a
caldo, in cui, per azione dell'acido nitrico, avviene l'addizione di un gruppo
–NO
2 in sostituzione di un ―H con formazione di un
nitroderivato; l'
ossidazione che, se condotta in condizioni blande e
controllate, porta alla formazione di derivati delle paraffine come alcoli (per
sostituzione di un H– con un –OH) o di aldeidi (per sostituzione di
due H– con un ossigeno) oppure di acidi carbossilici (quando si attuano
entrambe le sostituzioni dette su uno stesso atomo). In condizioni di
ossidazione incontrollata, che è il caso più frequente, si ha una
reazione fortemente esotermica, che porta alla formazione di anidride carbonica
CO
2 ed acqua; in presenza di insufficiente ossigeno si forma anche
dell'ossido di carbonio CO. ║
Alcheni: piuttosto rari in natura (se
ne trovano tracce nei petroli canadesi) hanno struttura a catena aperta, come
gli alcani, che però presenta un doppio legame nella macromolecola; a
parità di atomi di carbonio, rispetto al gruppo delle paraffine, essi
presentano dunque due atomi di idrogeno in meno. La loro formula generale
è
C
nH
2nLa presenza del
doppio legame impartisce a queste sostanze un comportamento spesso molto diverso
da quello delle corrispondenti paraffine. Inoltre complica il problema
dell'isomeria in quanto, mentre attorno ad un legame semplice è possibile
la rotazione di una parte della molecola attorno all'altra, ciò non
può avvenire in presenza di un doppio legame. La nomenclatura è
organizzata secondo il medesimo procedimento applicato per quella degli alcani:
si utilizza una desinenza -
ene in sostituzione di quella -
ano. Per
i primi termini della serie, però, è abituale l'impiego della
desinenza -
ilene. Il composto con due atomi di carbonio è
l'
etilene:

Segue il
propilene nella
forma:

oppure nella
forma:
H
2C═CH―CH
3Quindi
il butene, che può però presentare tre diversi tipi di isomeria:
geometrica, per la struttura della catena (come le paraffine); geometrica di
posizione, per la posizione del doppio legame; sterica, per la posizione dei
sostituenti rispetto al doppio legame. La combinazione di queste isomerie
dà luogo a ben 4 buteni (detti anche
butileni),
precisamente:

cioè uno dei due
composti:

I buteni sono seguiti dai
penteni (con diversi isomeri), dagli
eseni, dagli
epteni,
ecc. Anche in questo caso il numero di isomeri aumenta rapidamente con
l'aumentare del numero di atomi di carbonio, più rapidamente che per gli
alcani. Gli alcheni in natura hanno diffusione scarsissima, a differenza di vari
loro derivati, che sono invece abbastanza comuni. Grandi quantitativi si
ottengono per pirolisi (o cracking termico) degli alcani. Le loro
proprietà chimiche sono molto influenzate dalla presenza del doppio
legame. Benché possano dare origine a tutte le reazioni originate anche
dagli alcani, il doppio legame è
quasi sempre più reattivo
di tutti gli altri legami e quindi caratterizza il comportamento chimico di
queste sostanze. Due tipi di reazioni sono particolarmente importanti: la
somma o
addizione e la
polimerizzazione. La reazione di
somma avviene per apertura del doppio legame e creazione di due valenze
libere che tendono a saturarsi separatamente con due atomi o gruppi atomici
monovalenti. La
polimerizzazione si verifica invece quando all'apertura
del doppio legame segue la somma fra molecole uguali o diverse, ma sempre di
olefine, per formare delle molecole molto grandi (dette
macromolecole),
cioè
polimeri sovente dotati di pregiate caratteristiche. ║
Alchini: questi composti presentano nella loro molecola un triplo legame
(cioè un legame cosiddetto
acetilenico); per il resto presentano
una struttura analoga a quella degli alcani. Rispetto a questi però
presentano in ogni molecola, a parità di atomi di carbonio, 4 atomi di
idrogeno in meno, per cui la loro formula generica è la
seguente:
C
nH
2n-2Secondo la
nomenclatura ufficiale decisa dalla IUPAC, la nomenclatura stessa deve essere
ricavata sulla falsariga di quella corrispondente degli alcani, sostituendo alla
desinenza -
ano la desinenza -
ino. Più diffusa rispetto a
questa è però la nomenclatura classica, con nomi particolari. Il
primo termine della serie è l'
acetilene o
etinoHC≡CH oppure
H―C≡CH―
Il secondo è il
propino o
allilene o
metil-acetilene.

Il terzo termine è il
butino, che presenta due
isomeri: il
butino-1 o
dimetilacetileneCH
3―C≡C―CH
3ed
il
butino-2 o
etil-acetileneCH
3―CH
2―C≡CH
Segue
poi il
pentino (con due isomeri), l'
esino (con 3 isomeri) e
così via. Anche le caratteristiche chimiche degli alchini sono dovute
soprattutto alla presenza del legame polivalente che, aprendosi, può dare
origine ad addizioni come quello degli alcheni. Ovviamente ogni triplo legame
potrà dare due addizioni successive. Compare però in questi
composti un nuovo fenomeno: l'idrogeno legato ad un carbonio che porta il triplo
legame (ibridizzato
sp) ha proprietà acide e può essere
sostituito con un metallo per dare degli
acetiluri secondo una reazione
del
tipo:
H―C≡C―H+Na→H
2+Na―C≡C―Na
che
porta alla formazione di idrogeno ed acetiluro sodico. Gli acetiluri sono
composti alquanto instabili: molti vengono decomposti anche dall'acqua a freddo,
mentre diversi altri (di rame, argento, mercurio, ecc.) sono stabili rispetto
all'acqua ma esplodono violentemente per riscaldamento o percussione. Gli
alchini non si trovano in natura come tali se non in casi rari e quantità
minime; anche i loro derivati non sono diffusi. Si producono per pirolisi di
altri
i.; in particolare l'
acetilene viene prodotto in grandi
quantità su scala industriale. ║
Dieni e
polieni. I
dieni presentano nella loro molecola due doppi legami; essi hanno quindi
formula generale
C
nH
2n-2esattamente
come gli alchini, di cui sono degli isomeri. Relativamente alla posizione dei
doppi legami si possono distinguere tre categorie: 1) si hanno gli
alleni, che prendono nome dall'
allene, se i due doppi legami sono
contigui

2) se i doppi legami sono
separati da un solo legame semplice si parla di composti con doppi legami
coniugati, come nel butadiene:

3) se sono
separati da due o più legami semplici si parla di doppi legami
isolati, come nel seguente
composto:
CH
3–CH═CH–CH
2–CH
2–CH═CH–CH
2–CH
3che
viene detto nonadiene. Infatti esso ha 9 atomi di carbonio, quindi corrisponde
al nonano ma prende la desinenza -
adiene in luogo della desinenza
-
ano degli alcani. Fra tutti i dieni i più importanti sono quelli
a doppi legami coniugati, in quanto si osservano per essi dei fenomeni di
delocalizzazione delle cariche per cui i due legami doppi e quello semplice
compreso fra loro acquistano una caratteristica intermedia fra il legame
semplice ed il legame doppio. Inoltre nelle reazioni di apertura di un doppio
legame si può avere spostamento del doppio legame intatto nella posizione
intermedia fra i due originari. I
polieni, invece, presentano più
di due doppi legami per ogni molecola. Hanno minor importanza pratica rispetto
agli
i. finora citati: in natura esistono però dei loro derivati
come l'acido arachidonico, uno dei costituenti della vitamina F. ║
I.
aliciclici: gli
i. aliciclici presentano nelle loro molecole degli
anelli di atomi di carbonio, ma si differenziano dagli
i. aromatici in
quanto non posseggono la loro caratteristica delocalizzazione delle cariche
elettroniche. La loro sistematizzazione più diffusa è basata sul
numero di cicli che la molecola presenta e sul numero di atomi di carbonio che
compongono il ciclo. Si usa anche fare una diversa distinzione fra composti
saturi, o
nafteni, ed
insaturi, fra cui spicca il gruppo
dei derivati del
cimene i cui elementi vengono di solito denominati
terpeni. In natura gli
i. aliciclici sono molto diffusi. I nafteni
sono presenti in tutti i petroli ed oli asfaltici: nei petroli di origine russa
i nafteni sono addirittura i principali costituenti. I terpeni sono pure
alquanto diffusi ma nel regno vegetale: sono la base, con i loro derivati, degli
oli essenziali estratti da foglie, fiori, ecc., o delle resine secrete dalle
piante. ║
Composti saturi o nafteni: hanno caratteristiche simili
agli alcani, se non che la loro formula generale presenta per ogni anello due
atomi di idrogeno in meno. Oltre a poter originare le reazioni proprie degli
alcani i
nafteni possono dare luogo a tre reazioni loro caratteristiche:
l'apertura dell'anello; la trasformazione di un anello in un altro con diverso
numero di atomi di carbonio; la deidrogenazione dell'anello con formazione di
composti aromatici. La nomenclatura di questi composti si differenzia da quella
degli alcani perché premette il prefisso
ciclo- al nome. La
trasformazione di un anello in un altro a diverso numero di atomi di carbonio
avviene soprattutto su derivati dei nafteni, raramente sui nafteni stessi.
║
Terpeni: con questo nome sono indicate diverse sostanze, la
maggior parte delle quali è derivata dal metano, dal pinano o dal
canfano. ║
I. aromatici: questi
i. costituiscono una
importantissima classe di composti caratterizzati dall'avere uno o più
anelli di sei atomi di carbonio contenenti tre doppi legami coniugati ciascuno,
tutti delocalizzati sull'anello per cui i sei legami fra i sei atomi risultano
alla fine uguali fra loro. Questo fatto genera delle particolari caratteristiche
di stabilità, per cui i composti aromatici passano inalterati attraverso
la maggior parte delle reazioni cui vengono assoggettati. Capostipite di questa
famiglia è il benzene, di formula bruta C
6H
6, che
può essere indicato in uno dei seguenti modi:

La classe degli
i. aromatici si distingue in due grandi
sottoclassi: 1) composti a nuclei non condensati; 2) composti a nuclei
condensati. Alla prima sottoclasse appartengono il benzene ed i suoi derivati.
Alla seconda appartengono invece diversi composti caratterizzati dal fatto che
ogni anello ha in comune una coppia di atomi di carbonio vicini con un altro
anello oppure più coppie con più anelli. Fra i composti più
importanti di questa classe ci sono i seguenti:

In alcuni casi composti a nuclei condensati possono anche avere un
numero di atomi di carbonio diverso da sei; ciononostante, se in questi anelli
esistono dei doppi legami, la delocalizzazione degli orbitali può
estendersi anche ad essi. Come esempio di questo genere ricordiamo
l'
indene:

Per la loro importanza molti
i. aromatici e loro derivati sono trattati diffusamente alle singole
voci. • Dir. - Per la grande rilevanza economica assunta dagli
i.,
con l'invenzione ed il perfezionamento dei motori a scoppio e delle materie
plastiche, la ricerca che li riguarda e la loro gestione sono regolate da
speciali disposizioni di legge. Nelle zone dell'Italia Settentrionale, indicate
dalla L. 10 febbraio 1953 n. 136 (Pianura Padana e zone finitime, compresa una
parte del Mare Adriatico) la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti di
i., liquidi e gassosi, nonché la costruzione e l'esercizio delle
condotte per il trasporto degli
i. nazionali, sono stati concessi in
esclusiva all'Ente Nazionale Idrocarburi (ENI)
(V.), dotato di personalità giuridica di
diritto pubblico. L'Ente può anche svolgere attività di
lavorazione, trasformazione, utilizzazione e commercio di
i. e vapori
naturali. L'ENI può esercitare i suoi compiti per mezzo di società
controllate o collegate delle quali può promuovere la costituzione. L'ENI
ha un fondo di dotazione assegnatogli dallo Stato, costituito oltre che da
denaro anche da diritti e da beni, consistenti principalmente nelle
partecipazioni azionarie statali in alcune società, tra le quali
l'Azienda generale italiana petroli (AGIP) e l'Azienda nazionale idrogenazione
carburanti (ANIC). L'Ente può anche emettere obbligazioni. Nelle zone
diverse da quelle attribuite in esclusiva all'ENI, la ricerca e la produzione
degli
i. sono regolate in altro modo; cioè in conformità
alle disposizioni delle L. 11 gennaio 1957 n. 6 e 8 marzo 1958 n. 231. Il
permesso può essere accordato solo a cittadini italiani, o a
società aventi sede in Italia, previa approvazione del programma di
lavoro. Al titolare del permesso che, mediante la perforazione di un pozzo,
abbia rinvenuto
i. (liquidi o gassosi) in quantità commerciale,
è concesso lo sfruttamento all'interno dell'area entro la quale il pozzo
è compreso. Il permesso di ricerca dura tre anni, prorogabili a sette. La
concessione di sfruttamento dura venti anni, prorogabili a trenta. Non
può essere concesso ad una stessa persona o ente lo sfruttamento di aree
per più di 80.000 ettari. Coloro che intraprendano la ricerca o la
coltivazione di minerali, senza la prescritta autorizzazione; i ricercatori che,
parimenti, senza essere autorizzati, eseguano i lavori di coltivazione, o
dispongano delle sostanze minerali estratte; i concessionari che trascurino la
regolare manutenzione della miniera, o non adempiano agli altri obblighi loro
imposti, sono puniti con la multa, oltre (secondo i casi) alla confisca del
materiale scavato ed al risarcimento dei danni arrecati allo Stato.