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Hûlegû). Primo sovrano mongolo della Persia (1251-65).
Nipote di Gengis khân, fratello di Mangu e di Kûbîlây,
fu un sostenitore dell'unità mongola. Conquistata la Persia (1251-56),
occupò la fortezza di Alamūt, nell'Azerbaigian (1256), inferendo un
grave colpo alla potenza degli Assassini. Nel 1258 procedette all'invasione
della Mesopotamia e pose fine al califfato abbaside, conquistando Baghdad e
uccidendo l'ultimo califfo, Musta'sim. L'anno successivo iniziò la
conquista della Siria: all'inizio del 1260 occupò Aleppo e Damasco. Fu,
poi, costretto ad abbandonare il Paese, a causa della lotta con il cugino
Baraka, khân dell'Orda d'oro, per il possesso dell'Azerbaigian. La
guarnigione mongola in Siria venne annientata alla fine dello stesso anno dal
condottiero musulmano Baybars I.
H. regnò su un territorio che si
estendeva dall'Amu Dar'ja all'Eufrate, dal Caucaso all'Indo; il suo Regno fece
notevolmente progredire il Paese, la cui capitale, Marâgha, divenne un
centro culturale di grande importanza (ospitò, tra l'altro, uno dei
più importanti osservatori astronomici dell'epoca). Avendo sposato una
cristiana nestoriana,
H. dimostrò sempre simpatia nei confronti
dei Cristiani e stabilì ottimi rapporti con gli Stati franchi d'Oriente e
con quelli europei (1217 circa - Marāgha, od. Maragheh, Persia 1265).