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Huxley, Aldous Leonard.

Scrittore inglese. Appartenente a una famiglia dell'alta borghesia che aveva già dato illustri nomi al mondo della cultura (i fratelli Andrew Fielding e Julian Sorell, il nonno scienziato Thomas Henry), studiò a Eaton e a Oxford, dove ricevette un'educazione non solo letteraria ma anche scientifica. Viaggiò molto, visitando tra l'altro India, America, Francia e Italia. Dapprima si dedicò alla poesia, rivelando l'influsso dei simbolisti francesi. Successivamente passò alla prosa, ottenendo i primi successi con un libro di racconti, Limbo (1920), e con i romanzi Giallo cromo (1921) e Spire mortali (1922). Acuto e ironico osservatore della società contemporanea inglese descrisse, sotto falsi nomi, personaggi reali, deformandoli attraverso un sottile gioco di contrasti psicologici. In seguito, sotto l'influenza di D.H. Lawrence, passò da uno spiritoso scetticismo a idee più costruttive, dando inizio a una polemica antirazionalistica. Risalgono a questo periodo: Passo di danza (1923), Foglie secche (1924) e il Sorriso della Gioconda (1924). Si dimostrò buon saggista in Fate ciò che volete (1925) e Musica di notte (1931); inoltre scrisse una raccolta di novelle: Dopo i fuochi d'artificio (1930). In uno dei suoi più importanti romanzi (Punto contro punto, 1928), il protagonista è il ritratto di Lawrence e l'attacco di H. alla spaventosa efficienza della scienza in Il mondo nuovo (1932) dimostrò la sua completa fede nella filosofia di quest'ultimo. Negli anni successivi, tra i giovani intellettuali inglesi si verificò una revisione mistica del rapporto dell'individuo di fronte alla società e all'universo; H. fu influenzato da teorie orientali, divenendone l'esponente più noto. A questo suo ultimo momento spirituale appartengono il romanzo Il genio e la dea (1955) e i saggi: Temi e variazioni (1950), Le porte della percezione (1954), Paradiso e Inferno (1956), Altra visita nel mondo nuovo (1958). I suoi lavori ne riflettono gli improvvisi mutamenti culturali e psicologici. Inizialmente spiritoso e scettico, poi severo moralista e riformatore, H. approdò infine nel campo dell'irrazionale, attraverso la mistica saggezza orientale. Le contrastanti prese di posizione di H. testimoniano la crisi di una società nata nel mito, quasi feticistico, della scienza e caduta, alla fine, nella barbarie della seconda guerra mondiale (Goldaming, Surrey 1894 - Hollywood 1963).