Scrittore tedesco. Entrò nel monastero di Fulda per volere del padre nel
1499, ma ne uscì nel 1505 per dedicarsi completamente alle lettere. Sino
al 1517 viaggiò, stringendo amicizia con vari umanisti, fra cui Erasmo, e
scrivendo le sue prime opere (
Querelae in Lossios e
Nemo). Fra il
1515 e il 1517 si oppose al duca U. di Württemberg, che aveva ucciso un
cugino di
H. per averne la moglie, e a tale scopo scrisse quattro
orazioni, un carme e il dialogo
Phalarismus. Vi erano già
contenute in nuce le linee direttive della futura attività di
H.:
da una parte un innegabile sentimento nazionale, alimentato dall'odio contro
Roma; dall'altra l'astio contro i prìncipi territoriali, dove si
manifesta pienamente la condizione di cavaliere di
H., legato
profondamente alla sua classe e ostile perciò ai principi. I due elementi
apparvero intrecciati nel discorso tenuto alla Dieta di Augusta,
Ad principes
Germaniae (1518), in cui la causa dell'indebolimento della Germania fu
attribuita proprio al comportamento tirannico dei principi. In seguito, i suoi
ideali politici trovarono terreno favorevole nella contesa tra Lutero e la Curia
romana. Anche
H. era ostile al Papato: la sua avversione era cresciuta
durante la permanenza a Roma. Tradusse in tedesco sin dal 1517 lo scritto di L.
Valla sulla falsità della donazione di Costantino. D'altra parte,
l'avversione di
H. era, assai più che religiosa, politica; il
problema veramente religioso della protesta luterana non lo interessava e, per
questo, cominciò a interessarsi di Lutero quando gli parve che da quelle
dispute sulla fede potesse scaturire un movimento che avrebbe assicurato la
libertà della Germania da Roma, la nuova grandezza tedesca e, anche, una
nuova era prospera per la classe dei cavalieri. Nel 1520
H.
dichiarò pubblicamente guerra ai Romanisti, una guerra a base di libelli,
di esortazioni al popolo tedesco e allo stesso imperatore Carlo V, per
invogliarlo ad assumere il comando della lotta. Intanto, si recò alla
corte di Ferdinando d'Asburgo, a Bruxelles, ma, quando apprese che la corte
papale stava predisponendo un giudizio anche contro di lui, abbandonò la
corte e si rifugiò presso un amico. Lì, al sicuro, scrisse,
soprattutto in tedesco, contro Roma (
Arminius; Monitus primus et monitus
secundus), aprendo nel 1521, dopo la Dieta di Worms, la cosiddetta guerra
cavalleresca combattuta non più solo con la penna, ma con vere e proprie
azioni, tra il bellico e il brigantesco. Nel 1522 si recò a Basilea, nel
1523 a Zurigo, dove fu accolto da Zwingli. Fu probabilmente tra gli autori delle
Epistolae obscurorum virorum. La sua figura ispirò vari scrittori:
R. von Gottschall, G. Herwegh, C.F. Meyer (Burg Steckelberg, Fulda 1488 - Isola
di Ufenau, Zurigo 1523).