(noto in Occidente con il nome di
Hussein di Giordania). Re di Giordania.
Salito al trono nel 1952 in seguito alla deposizione del padre, re Talal, ha
subito imperniato la sua politica sull'indipendenza nazionale: nel 1956 ha
preteso il ritiro delle truppe siriane dal territorio giordano e nel 1958 ha
ottenuto quello delle truppe inglesi. Svincolatosi dalla ex potenza coloniale,
in politica estera ha cercato l'appoggio degli Stati Uniti mosso, tra l'altro,
da un atteggiamento di intransigente anticomunismo. Allo scoppio del conflitto
mediorientale del 1967 ha firmato con l'Egitto un patto di mutua assistenza,
impegnando le sue truppe contro Israele. All'inizio degli anni Settanta
H. ha affrontato risolutamente il problema dei guerriglieri palestinesi
presenti in Giordania: con operazioni di rastrellamento è riuscito a
eliminare quasi tutte le loro basi dal suo territorio. In seguito alle pressioni
del mondo arabo, si è accordato col leader dell'OLP Arafat, accettando
che la Giordania fosse la principale base della lotta contro Israele. Dopo la
guerra arabo-israeliana del 1973, nella quale è intervenuto con un
ridottissimo contingente,
H. ha tentato in un primo tempo di concludere
un accordo diretto con Israele, per poi rinunciare, a favore dell'OLP, ai suoi
diritti sui territori occupati. Con il vertice di Rabat del 1974 ha dovuto
accettare la riduzione del suo Paese alla sola Transgiordania. La
riconciliazione ufficiale fra
H. e Arafat è avvenuta nel 1977,
durante il primo vertice arabo-africano a Il Cairo: i due uomini politici hanno
firmato un comune documento di condanna del trattato di pace fra Egitto e
Israele (1979). La politica di continua mediazione fra le forze in lotta nel
Medio Oriente ha portato
H. a un riavvicinamento con la Siria. Per
risolvere la questione palestinese, nodo centrale della politica giordana,
H., campione di diplomazia nella politica mediorientale, si è
fatto sostenitore di una soluzione moderata che conducesse alla pace attraverso
negoziati diretti tra le parti in causa, nel quadro di una Conferenza
internazionale sotto l'egida dell'ONU. Ha proposto la creazione di una
Confederazione palestinese-giordana nei territori della Cisgiordania che Israele
avrebbe dovuto abbandonare. Decisivi a questo proposito sono stati gli incontri
diretti con Mubarak e Reagan nel 1984, con Arafat a più riprese sino alla
fine del 1985, con il premier israeliano Peres nel 1985.
H. ha potuto
imporre, da un lato, una linea più moderata e di condanna totale alle
azioni terroristiche dell'OLP, dall'altro ha alimentato azioni terroristiche da
parte di gruppi estremisti secessionisti dell'OLP e della sua organizzazione
militare Al-Fatah. L'avvicinamento alla Siria (1985) ha segnato la rottura
dell'intesa politica con Arafat. Grande clamore ha suscitato l'annuncio dato
dallo stesso re
H. della sua rinuncia alla Cisgiordania (1988),
conseguenza dei nove mesi di ininterrotta
intifadah
(V.) che hanno cancellato virtualmente ogni sua
influenza sulle popolazioni palestinesi lì stanziate. Durante la guerra
del Golfo (1991) ha assunto una posizione intermedia tra i due schieramenti
opposti, riuscendo così a mantenere buoni rapporti con gli Occidentali e,
d'altra parte, non compromettendo né le relazioni con l'Iraq né la
stabilità interna del Paese, attraversato da manifestazioni in favore di
Baghdad. Nel 1994 il sovrano, nonostante l'opposizione dei suoi sudditi, si
è impegnato per arrivare ad accordi di pace con Israele, sottoscritti il
26 ottobre. Anche i rapporti con i Palestinesi, sebbene i motivi di attrito non
siano ancora stati del tutto eliminati, hanno fatto registrare dei progressi
sulla via della distensione: nel 1995 è stato raggiunto un "accordo
generale di cooperazione e coordinamento" a proposito dei luoghi santi e di
Gerusalemme (Amman 1935 - 1999).