Letterato e diplomatico spagnolo. Inviato dapprima come ambasciatore
straordinario in Inghilterra per negoziare nozze reali, nel 1539 fu a Venezia;
durante la permanenza in questa città strinse amicizia con i maggiori
artisti e letterati umanisti. Dal 1546 al 1552 fu ambasciatore a Roma e
rappresentante dell'imperatore al Concilio di Trento; tornò in Spagna nel
1554 e fu ordinato provveditore dell'Armata di Laredo e cavaliere dell'Ordine di
Alcántara (1556). Nel 1568, la notte in cui moriva il principe don Carlos
fu incarcerato nel Castello della Mota, a Medina del Campo, e quindi esiliato a
Granada. Perdonato dal re, tornò a Madrid. La sua poesia si divide in
opere di metro tradizionale e creazioni di imitazione petrarchesca, con tutti i
suoi caratteri peculiari (tutte raccolte in
Obras, 1610). Tuttavia la sua
opera più importante è in prosa:
La guerra di Granada del
1627, in cui il suo linguaggio è evidentemente influenzato da modelli
classici latini, in particolare da Tacito e Sallustio (Granada 1503 - Madrid
1575).