Generale e uomo politico fiammingo. Figlio di Joseph de Montmorency, signore di
Nevels, e di Anna di Egmont-Buren, ereditò il titolo dal secondo marito
della madre. Governatore della Gheldria e dello Zutphen sotto Carlo V nel 1540,
alla sua morte divenne fiduciario del re Filippo II che gli conferì la
carica di ammiraglio di Fiandra e membro del Consiglio di Stato Olandese. Si
oppose con il conte di Egmont e Gugliemo d'Orange-Nassau alle persecuzioni
contro i protestanti messe in atto prima dal cardinal Antoine Perrento de
Granvelle, ministro della reggente Margherita di Parma, poi dal duca d'Alba,
incaricato nei Paesi Bassi spagnoli da Filippo II. Dopo aver capeggiato
l'insurrezione delle Fiandre contro la Spagna, distinguendosi nelle battaglie di
San Quintino (1557) e di Gravelines (1558), durante un viaggio compiuto in
Spagna per trovare un accordo riguardo alla coesistenza delle diverse
confessioni religiose, nonostante le garanzie ricevute, fu fatto arrestare.
Accusato, insieme al conte di Egmont, dal duca d'Alba di aver negoziato per
ordine di Margherita di Parma, governante dei Paesi Bassi, il trattato del 1566
che prevedeva il ritiro dei bandi contro gli eretici, venne decapitato (Nevele,
Fiandra 1518 - Bruxelles 1568).