Compositore svizzero. Dopo aver studiato al Conservatorio di Zurigo e di Parigi
con Darius Milhaud, del quale era divenuto amico, si stabilì nella
capitale francese ed entrò a far parte del gruppo "Les Nouveaux Jeunes",
conosciuto dal 1920 come "Gruppo dei Sei". Esponente di rilievo del gruppo,
H. ne condivise le teorie estetiche, impegnandosi nel tentativo di
realizzare una musica lineare, pura, di facile comunicazione. Si distinse,
però, per la sua capacità di assimilare e rielaborare la lezione
di Debussy e Wagner, per l'adozione di un complesso linguaggio politonale, per
l'uso personale della dissonanza unito a una precisa conoscenza della
contrappuntistica, per il temperamento romantico. Il suo stile inconfondibile
nasce da un abile e trasparente eclettismo, capace di accogliere le proposte
dell'avanguardia e di unirle alla tradizione più consolidata, sempre
rivissuta in modo molto personale. Tra le opere, ancor oggi frequentemente
eseguite e che fanno di
H. uno dei principali musicisti del secolo,
ricordiamo: i lavori teatrali
Il re David (1921),
Antigone (1927),
Giovanna D'Arco al rogo (1938),
La danza dei morti (1938); i
balletti
Semiramide (1933),
Cantico dei Cantici (1938),
Il
richiamo della montagna (1943). Compose inoltre colonne sonore per film,
musica di scena, sinfonie, musica da camera e liriche vocali su versi di
Apollinaire, Claudel e Cocteau. Particolarmente importante per la storia della
musica del '900 è il poema sinfonico
Pacific 231, uno dei migliori
esempi della "musica della macchina", indirizzo stilistico sorto negli anni
Venti.
H. fu anche direttore d'orchestra, insegnante di Composizione e
critico musicale (Le Havre 1892 - Parigi 1955).