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Hodler, Ferdinand.

Pittore svizzero. Di umili origini contadine, il giovane H. cominciò a dipingere guidato da un mediocre pittore di Thün, per poi passare nel 1871 all'Accademia di Ginevra, dove frequentò i corsi di Menn. Le opere della prima giovinezza risultano ispirate ai modi della Scuola di Barbizon, soprattutto allo stile di Corot, di cui Menn era amico e ammiratore. Uscito a diciannove anni dall'Accademia di Ginevra, H. aderì ad un realismo piuttosto di genere: i temi ricorrenti si riferiscono al mondo del lavoro, degli operai e dei contadini. Più tardi si dedicò decisamente ad opere spettacolari, ispirandosi ai miti storici del suo Paese, alle antiche leggende popolari, alle saghe. Da allora iniziò per il pittore un periodo di intensissimo lavoro che lo portò a raggiungere fama europea. H., abbandonata la stagione del realismo e ignorando deliberatamente la produzione impressionista, pare accostarsi più al simbolismo. Nel 1889 H., con l'opera intitolata Schwingerumzug, ottiene un premio all'Esposizione Universale di Parigi. Dal 1891 in poi vengono dipinte alcune tra le maggiori opere: Stanchi della vita, I delusi, L'eletto, cui seguirono: La battaglia di Marignano, Guglielmo Tell, La partenza degli studenti, commissionatagli dall'università di Jena e per la quale il pittore venne chiamato a Monaco, nel 1897, dal gruppo di critici e studiosi di arte riuniti intorno alla rivista "Jugend", fondata un anno prima. Negli ultimi anni della carriera H. fu presente a tutte le esposizioni artistiche di livello internazionale, ottenendo crescenti successi. Pochi anni prima della morte la produzione dell'artista riguardò soprattutto alcuni notevoli paesaggi di alta montagna o dei territori circostanti al Lago Lemano, dove prevale una luce fredda di singolare angoscia (Berna 1853 - Ginevra 1918).