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Herder, Johann Gottfried.

Letterato e filosofo tedesco. A Königsberg, studiò teologia, filosofia e medicina, seguì le lezioni di Kant e strinse amicizia con Hamann, le cui geniali intuizioni sulla lingua, la poesia, la mitologia, il genio, la storia, dovevano influenzare profondamente il suo pensiero. Divenuto nel 1764 pastore, si trasferì a Riga per insegnare alla scuola del Duomo; e qui, riprendendo i problemi critici del tempo, espresse le sue idee innovatrici nei Frammenti sulla nuova letteratura tedesca (1767 -1768), schierandosi in favore di una poesia originale, nutrita di linfe popolari. L'anno seguente andò a Darmstadt, ove incontrò Carolina Flachsland che divenne sua moglie nel 1773; nel 1770-1771 fu a Strasburgo (costrettovi da una malattia agli occhi), e qui frequentò il giovane Goethe, esercitando su di lui un decisivo influsso. Del periodo di Strasburgo è un altro scritto famoso, premiato dall'Accademia delle scienze di Berlino nel 1771, il Saggio sull'origine del linguaggio: opera che riconosce il valore della ragione umana nella creazione del linguaggio. A Weimar, dove fu in amicizia con Goethe, nel 1774 uscì Ancora una filosofia della storia per l'educazione dell'umanità. L'opera più importante di questo periodo, le Idee sulla filosofia della storia dell'umanità (1784-1791), rimaste incompiute, fu apprezzata molto da Goethe, ma l'attenuarsi e poi il cessare dell'amicizia con il poeta del Faust, lo riportò alle antiche idee e soprattutto al suo fondamentale irrazionalismo, che da ultimo lo spingerà a una aspra polemica contro Kant, culminante nello scritto: Intelligenza ed esperienza (1799). L'ultima sua opera è il Cid, nelle cui romanze per l'eroe don Ruy Diaz riaffiora il dominante gusto per l'antica poesia popolare (Mohrungen, Prussia Orientale 1744 - Weimar 1803).