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Heckel, Erich.

Pittore tedesco. Con Karl Schmidt-Rottluf e Ernst Ludwig Kirchner diede vita nel 1905 al gruppo artistico noto come Die Brücke (il Ponte) che si fece portavoce dell'esigenza di creare una pittura che servisse alla diffusione di idee innovatrici. Con il loro atteggiamento spregiudicatamente antiboghese, sottolineato da fortissime motivazioni etiche, questi artisti rappresentarono la punta di maggiore avanguardia all'interno dell'élite culturale progressista di quell'epoca, che si trovò ad assistere alle grandi rivoluzioni socialiste. Dallo stretto contatto di vita e di lavoro del Die Brücke, emerse uno stile ed una forma comune, definibile come l'evento artistico immediatamente precedente alla stagione del "Cavaliere Azzurro" e dell'espressionismo tedesco. In particolare nell'arte di H. si individuano distintamente alcuni elementi assunti dal neoimpressionismo, per la libertà di trattazione del colore; e dall'arte delle isole del Pacifico, per la potenza deformante di alcune figure. Ma non indifferente fu anche l'apporto dell'arte gotica che gli ispirò una forte semplificazione lineare. Ne nacque un modulo fortemente espressivo, non molto lontano da quello del gruppo dei Fauves francesi, che, del resto, agirono nel medesimo periodo. Nell'ambito del Die Brücke, H. ebbe rapporti con Kuno Amiet, con Volde, con Max Pechstein, con Otto Muller, con Kees Van Dongen. Nel 1909 si staccò dai compagni per un viaggio a Roma. Nel 1911 l'artista si stabilì a Berlino dove aderì, ancora con Kirchner e Schmidt-Rottluff ed altri artisti, alla Nuova Secessione, che era stata fondata un anno prima da Nolde. Tra le opere della sua produzione citiamo: Il ritratto di Peckstein addormentato e Franzi sdraiato (Döbeln, Sassonia 1883 - Radolfzell 1970).