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Haywood, William Dudley.

Sindacalista e uomo politico statunitense. Già cowboy, pioniere e minatore, divenne sindacalista e in opposizione all'atteggiamento conservatore dell'AFL (American Federation of Labor) nei confronti degli operai non specializzati, fu tra gli organizzatori, nel 1905, dell'IWW (Industrial Workers of the World) i cui iscritti erano pronti a operare sabotaggi e violenze per cercare di rovesciare l'intero sistema capitalistico. Al patto conservatore dell'AFL: "un onesto salario per una giornata di onesto lavoro", venne sostituito il motto "abolizione del sistema salariale". Il vasto allarme suscitato dalla loro attività, indusse gli imprenditori a prendere provvedimenti e, nella sua qualità di organizzatore della Federazione occidentale dei minatori, insieme con altri due sindacalisti, fu accusato dell'assassinio di un ex governatore dell'Idaho, che era stato uno dei principali responsabili dell'utilizzazione dei poteri dello Stato contro i sindacati, e fu protagonista di un clamoroso processo che segnò una svolta nel movimento sindacale americano. Nel 1906, insieme coi suoi due compagni, venne illegalmente rapito nel Colorado ad opera della polizia dello Stato dell'Idaho e detenuto in attesa di processo. Esso si svolse nel 1907 e suscitò un immenso scalpore, facendo conoscere all'opinione pubblica l'attività sindacale, l'ideologia e i metodi di lotta dell'IWW, ma si concluse con l'assoluzione degli imputati. Negli anni seguenti egli si affermò come il leader del sindacato, composto prevalentemente da lavoratori a giornata nelle piantagioni del West, da tagliaboschi, da minatori e da operai immigrati e sottopagati, tra i quali divenne molto popolare col nome di "Big Bill". Pur non ripudiando l'azione politica ed essendo anzi membro dell'esecutivo nazionale dell'American Socialist Party, egli tuttavia la considerava di importanza secondaria rispetto a quella sindacale. Credeva che fosse necessario combattere la guerra di classe soprattutto sul posto di lavoro e che il solo mezzo efficiente per rendere rivoluzionaria la classe operaia consistesse nell'indurre gli operai a una lotta costante contro i capitalisti nelle fabbriche e nelle miniere. Affermava pertanto la necessità di creare un movimento sindacale rivoluzionario e considerava secondaria la funzione del partito socialista. Egli inoltre credeva che la futura società proletaria sarebbe stata basata sul movimento sindacale rivoluzionario e non su un partito politico. Non era contrario all'uso della violenza, non solo contro i crumiri e le spie, ma anche contro i poliziotti, considerando le strutture dell'ordine e della giustizia come una caricatura della vera giustizia e libertà. Egli affermava infatti che le idee di cui tale giustizia era portatrice si ispiravano alla "morale borghese" e pertanto gli operai non erano obbligati a tenerne conto. Espulso nel 1913 dall'American Socialist Party, si dedicò interamente all'IWW, ma anche l'influenza del sindacato cominciò a declinare dopo la sconfitta subita in alcuni scioperi, e il suo destino fu segnato quando, nel 1917, si oppose decisamente alla guerra. L'organizzazione dell'IWW si dissolse, mentre gli altri suoi esponenti confluirono nel nuovo partito comunista (1869-1925).