Filosofo tedesco. Professore nelle università di Berlino, Marburgo,
Colonia, Gottinga,
H. si ricollega alla fenomenologia husserliana e al
neokantismo della scuola di Marburgo di cui subì fortemente l'influenza,
collocandolo però su un piano di intransigente realismo gnoseologico. Di
entrambe le correnti filosofiche cui fa capo, infatti,
H. rifiuta la
soluzione metafisica-idealistica, giungendo a una concezione piuttosto vicina al
Positivismo, così da essere considerato un "materialista trascendentale".
Egli afferma la priorità del problema dell'essere sul problema del
conoscere, ma l'essere è quello che è nella sua
effettualità e le categorie non sono, come quelle kantiane, forme
a
priori della conoscenza. L'essere, pur rimanendo sempre quello che è,
può diventare
oggetto in quanto entra in rapporto con il
soggetto. Si stabilisce, pertanto, un rapporto che implica il concetto
fenomenologico di trascendenza. Egli comunque fonda il problema della conoscenza
essenzialmente sulle leggi del mondo logico, affermando che la metafisica deve
limitarsi a riconoscere la irriducibile insolubilità e
l'inevitabilità dei problemi fondamentali. Tra le sue opere citiamo:
Lineamenti di una metafisica della conoscenza (1921),
Etica
(1926),
Per la fondazione dell'ontologia (1935),
Possibilità e
realtà (1938),
La costruzione del mondo reale (1940),
Filosofia sistematica (1942),
Filosofia della natura (1950) (Riga
1882 - Gottinga 1950).