Poeta, scrittore e drammaturgo ungherese. La sua vita fu in continuo contrasto
con il travaglio della sua anima romantica e fervidamente credente, che aspirava
a una sintesi morale e filosofica atta a conciliare il panteismo con la visione
cristiana del mondo. Carattere virile, intransigente e appassionato, era portato
a un idealismo ben lontano dall'indifferenza, dal cinismo, dalla negazione e dal
decadentismo della sua epoca. Per un ventennio circa, la critica si
disinteressò completamente della sua creazione lirica; quasi inosservato
rimase pure il romanzo
Contemplatori di cristalli, in cui
H. per
primo denunciò con profonda amarezza la crisi sociale e morale
dell'Ungheria prebellica. Solo nel 1923 il Teatro Nazionale di Budapest
rappresentò la sua maggiore opera teatrale, la tragedia
Ellák, grandiosa visione storica dello sfacelo dell'impero di
Attila (Mezökövesd 1876 - Budapest 1929).