Storico e teologo luterano tedesco. Fu professore a Lipsia (1876), Marburgo
(1886) e Berlino (1888-1921). Decisamente avverso alla metafisica,
giudicò perniciosa l'accettazione della filosofia greca da parte del
Cristianesimo, e fenomeno di
ellenizzazione acuta lo gnosticismo; dal
quale si sforzò di distaccare Marcione, il cui atteggiamento antigiudaico
e antilegalistico presentò, nell'ultima delle sue opere maggiori
(
Harcion, 1921), quasi come un'anticipazione della riforma luterana.
Interpretò moralisticamente e individualisticamente il Nuovo Testamento e
concepì lo sviluppo storico del Cristianesimo come una progressiva
depauperazione del primitivo messaggio evangelico. Tra le opere:
Storia
dell'antica letteratura cristiana fino a Eusebio (1893-1904) e
La
missione e la diffusione del Cristianesimo nei primi tre secoli (1902)
(Dorpat 1851 - Heidelberg 1930).