Uomo politico, lord cancelliere d'Inghilterra. Figlio di un avvocato di
campagna, si orientò verso la professione paterna, ma si affermò
presto come uno dei più preparati uomini di legge del suo tempo,
percorrendo una brillante carriera politico-giuridica. Eletto deputato ai Comuni
nel 1719 come rappresentante dei
whigs, negli anni seguenti occupò
importanti cariche, sino a diventare nel 1733 capo dell'amministrazione della
giustizia; nella sua qualità di Cancelliere del Regno, presiedette il
Consiglio di reggenza durante l'assenza di re Giorgio II. Sempre nella sua
qualità di lord cancelliere, nel 1734 pronunciò un'importante
sentenza durante il processo Middleton-Croft. In essa affermava che le leggi del
diritto canonico potevano essere applicate ai laici solo se ratificate dal
parlamento. Nel 1753 promulgò la legge sul matrimonio che, per quanto
assicurasse al clero anglicano il monopolio di questo sacramento escludendo i
pastori dissenzienti, costituiva un'interferenza del potere temporale in un
campo che per tradizione era sino allora appartenuto alla Chiesa. In una
legislazione come quella inglese, basata sul diritto consuetudinario, egli si
trovò a dover affrontare una serie di problemi che esigevano un
rinnovamento giuridico. Egli seppe risolvere con abilità tali problemi,
affermandosi come uno dei più grandi lord cancellieri di ogni tempo.
Dettò nuove norme che più tardi furono incorporate nel diritto
consuetudinario. Quando nel 1762 il duca di Newcastle, di cui era amico fedele,
decise di dimettersi dal governo,
H. non esitò a dare le
dimissioni insieme con lui (Dover 1690 - Londra 1764).