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Han Fei.

Giurista e filosofo cinese. Studiò sotto la guida del filosofo Hsün-tzû, dal quale apprese vaste nozioni confuciane e taoiste. Più tardi si rivolse alle scienze giuridiche e criminali. Fu ambasciatore del re di Han presso il re di Ch'in, ma, sospettato, fu messo in prigione, dove si avvelenò. Le idee filosofiche e giuridiche di H.F. si trovano espresse nella sua opera Han Fei Tzû. Affermando che la natura umana è cattiva, H.F. auspicava un governo duro ed inesorabile, a imitazione del Tao che, seguendo il corso naturale delle cose, governa sapientemente l'Universo. Le sue teorie di un governo dinamico e non statico, probabilmente di origine turco-mongola, entrarono nel Codice redatto sotto Shih Tuang Ti, e, attraverso la loro pratica applicazione, la Cina fu finalmente unificata per la prima volta nella sua storia, sotto un governo centralizzato e burocratico, destinato a mantenersi tale per alcuni millenni (300-233 circa a.C.).