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Hamas.

Voce araba: ardore; anche acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiyya (Movimento di resistenza islamico). Movimento nazionalista palestinese di ispirazione fondamentalista islamica costituitosi su iniziativa dello sceicco Ahmed Yassin nel 1987, poco dopo lo scoppio della prima Intifada. L'islamismo radicale di H., che si basa su una stretta osservanza dei principi religiosi e su un nazionalismo intransigente, affonda le sue radici storico-ideologiche nell'organizzazione egiziana dei Fratelli Musulmani (V.) i quali, attraverso l'azione religiosa e politica, auspicavano l'islamizzazione della società e la fondazione di uno Stato islamico governato dalla sharia. La nascita di H. fu sancita da uno Statuto di 36 articoli nei quali il movimento delineava la propria linea politica e i propri obiettivi, il principale dei quali è rappresentato dalla creazione di uno Stato islamico palestinese nei territori appartenuti alla Palestina prima della nascita di Israele. Espansosi soprattutto in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, H. si radicò profondamente sul territorio palestinese e, per attuare i suoi scopi politici, non esitò a ricorrere alla violenza e al terrorismo, sferrando numerosi attacchi contro obiettivi israeliani, sia militari sia civili. Gli attentati, compiuti spesso da kamikaze, vennero condotti in particolare dal braccio armato dell'organizzazione, le falangi Azzedin al-Qassem, sorte nel 1991, anno in cui H. decise di ribadire il proprio sostegno alla lotta armata a oltranza contro Tel Aviv, in aperta contrapposizione al processo di pacificazione promosso dall'OLP a partire dalla metà degli anni Ottanta. Negli anni successivi, non riconoscendo il diritto all'esistenza dello Stato israeliano, l'organizzazione guidata da Yassin ostacolò e si pronunciò in modo contrario a tutti i piani di pace, dagli Accordi di Oslo (1993) alla Road Map (2003). Dal 1996, a seguito della linea dura assunta dai premier israeliani Benjamin Netanyahu, Ehud Barak e Ariel Sharon, H. incrementò i consensi nei Territori occupati, scontrandosi però anche con l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che nel 2001 dispose la chiusura delle sedi dell'organizzazione. A partire dallo scoppio della seconda Intifada (2000), il movimento intensificò gli attentati contro Israele, venendo inserito dal settembre 2003 nella lista nera del terrorismo stilata dall'Unione europea. Nel marzo 2004 H. subì un duro colpo per la morte del suo fondatore Yassin, ucciso da un razzo lanciato dall'esercito israeliano. La guida dell'organizzazione venne dunque assunta da Abdel Aziz Rantisi, responsabile a Gaza, e da Khaled Mashaal, capo della direzione estera di H. A meno di un mese dall'omicidio dello sceicco Yassin, al movimento venne inferto un ulteriore colpo con l'assassinio di Rantisi, ucciso anch'esso dall'esercito israeliano nel corso di un raid mirato a Gaza. Nuovo capo di H. nella Striscia di Gaza fu nominato il medico Mahmud al-Zahar, braccio destro di Yassin. Nel gennaio 2006, tuttavia, H. vinse nettamente le elezioni legislative palestinesi, suscitando grande preoccupazione in Israele e nel mondo occidentale in generale. Uno dei suoi esponenti di punta, Ismail Haniyeh, assunse l'incarico di primo ministro del nuovo Governo dell'ANP, ma il mancato rifiuto della lotta armata e il mancato riconoscimento del diritto all'esistenza di Israele costrinsero H. all'isolamento politico internazionale e innescarono una forte tensione interna tra Palestinesi sfociata in ripetuti e violenti scontri con Fatah che, tra il 2006 e il 2007, provocarono la morte di numerosi militanti e civili. Per cercare di far fronte al grave empasse politico, nel febbraio 2007 il presidente Abu Mazen affidò la formazione di un nuovo Governo di unità nazionale al primo ministro uscente Haniyeh.