Pensatore tedesco. Dopo aver ricevuto in famiglia una rigida educazione di tipo
autoritario, fu avviato a studi scientifici e giuridici per i quali non aveva
nessuna inclinazione e che abbandonò, indirizzandosi agli studi
filosofici come autodidatta. Lasciò a una a una le svariate
attività pratiche cui fu costretto a dedicarsi dalle difficoltà
finanziarie, ricorse spesso all'ospitalità di amici, viaggiò a
lungo e godette anche della protezione di ricchi estimatori, tra cui la
principessa Galitzin, presso la quale concluse i suoi giorni.
H. non
giunse all'elaborazione di un vero e proprio sistema filosofico e i suoi scritti
hanno tutti un carattere occasionale e autobiografico, costituiti
prevalentemente da lettere e frammenti vari. I temi da lui trattati hanno
però grande importanza in quanto lo qualificano come precursore della
filosofia esistenzialistica.
H. reagì infatti all'astratto
razionalismo del suo tempo, e criticò il sistema kantiano, anticipando
alcuni degli ultimi sviluppi del romanticismo sul piano religioso, come ad
esempio la dialettica tra la singolarità e Dio, che si risolverà
in Kierkegaard. Tra le sue opere ricordiamo:
Pensieri sul corso della mia
vita (1758);
Diario di un cristiano (1758);
Le crociate del
filologo (1762);
Metacritica sui purismi della ragion pura (1784)
(Königsberg 1730 - Münster 1788).