Commediografo e romanziere francese. Cominciò prestissimo a scrivere per
la scena, col fedele collaboratore Henri Meilhac, trovando sfogo ad una vita
pacifica di borghese nelle favole assurde e spassose che inventava. Compose i
libretti di quasi tutta la produzione di Offenbach, imprimendo un carattere
tipicamente francese alle operette, che avvicinò al vaudeville, con
intrighi, una leggera tendenza alla
pochade e un linguaggio sentimentale
e libertino allo stesso tempo. Citiamo:
La bella Elena (1864),
La vita
parigina (1866),
La granduchessa di Gérolstein (1867),
La
Périchole (1868),
I briganti (1869),
Il piccolo Duca
(1878). Per la musica di Bizet scrisse la
Carmen (1875). Sempre in
collaborazione con Meilhac, scrisse alcune commedie tra cui
Fanny Lear
(1868),
Frou-Frou (1869),
Cena di mezzanotte (1872),
L'estate
di San Martino (1873). Meilhac e
H. dominarono per diversi anni la
scena parigina finché il pubblico, attratto da nuove formule, li
abbandonò; i due si separarono per contrasti di lavoro e di
H. si
parlò nel 1887 per il romanzo
L'abate Costantino, ridotto per le
scene da Crémieux e Decourcelle (Parigi 1834-1908).