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Halbe, Max.

Scrittore tedesco. Stabilitosi, poco dopo gli studi, a Monaco di Baviera, H. vi frequentò una cerchia d'amici, fra cui Franz Wedekind, Otto Erich Hartleben e Ludwig Thomas. Tentò, senza successo, di imitare la Commedia dell'Arte e di cimentarsi in drammi storici o di carattere universale. Dove intese rappresentare il paese natale come destino e i fatti come determinati da quell'ambiente, riuscì talvolta ancora convincente, in special modo nel dramma Terra madre (1897) e nel romanzo Quel che fece Dietrich Stobäus (Die Tat des Dietrich Stobäus, 1911). Nel dramma Giovinezza manifestò un atteggiamento anticlericale rappresentando con evidente tendenziosità la figura del parroco Schigorski, e nella commedia Montagne azzurre (1909) lasciò intravedere una disposizione antisemita; dopo il 1933 si conformò alle direttive del Nazional-socialismo (Güttland 1865 - Gut Neuötting 1944).