(o
Giuda Levita). Poeta e filosofo spagnolo, ebreo. Fin da giovane
dimostrò un singolare genio poetico componendo versi sui consueti temi
d'occasione: epitalami, poesie d'amore, serenate, epigrammi. Più tardi
dette alla sua poesia intenti sacri (
Sionide). Vinto dalla nostalgia per
la sua terra, nel 1141 si imbarcò per l'Egitto, fermandosi prima ad
Alessandria e poi al Cairo. Di lì raggiunse Gerusalemme, quindi Tiro e
Damasco. Il suo nome è legato agli inni religiosi, alle odi nostalgiche,
che fanno parte della liturgia sinagogale, e al
Kitab al-Khazari o
Kuzarì, trattato filosofico scritto in arabo in forma di dialogo
fra un rabbino ebreo e il re dei Cazari, una popolazione stabilita fra il
Caucaso, il Volga e il Don, che nel VIII sec. si era convertita all'ebraismo.
L'idea centrale del dialogo è un'apologia dell'idea d'Israele, cuore
delle nazioni e origine della verità religiosa (1085 circa - 1145
circa).