Città in provincia di Perugia, a 500 m s/m. Mercato agricolo. Industrie
alimentari e tipografiche. Artigianato delle maioliche. 31.276 ab. CAP 06024.
• St. - La storia della città e diocesi è collegata con
quella della formazione e sviluppo dello Stato pontificio.
G. era una
città della Pentapoli, detta montana (provincia castellorum) o annonaria,
occupata da Astolfo nel 752. Con la restituzione fatta dai Longobardi a Pipino
nel 756, con cui si costituiva un dominio della Santa Sede,
G. è
espressamente menzionata tra le terre cedute e nella città sostò
Carlo Magno reduce dall'incoronazione dell'800. Riconquistata al dominio della
Santa Sede dal cardinale Albornoz,
G. si elevò a libero comune nel
1376. Liberatasi dalla tirannia del vescovo Gabriele Gabrielli, si diede ad
Antonio di Montefeltro, signore di Urbino, nel 1384 ed appartenne a quel ducato
fino a che, nel 1631, con il ritorno di esso alla Santa Sede, anche
G. fu
restituita e rimase sotto il dominio pontificio fino all'annessione del 1860 al
Regno d'Italia. • Arte - La più antica, sicura memoria della chiesa
cattedrale, intitolata a S. Mariano, rimonta al X sec.; più tardi la
cattedrale fu intitolata ai Santi Mariano e Giacomo, martiri africani di
Lambesa, le cui reliquie sono state trasferite a
G. già in antico,
forse tra il V e VI sec. Clemente III concesse di trasferirvi ancora tutte le
reliquie dei santi dalla vecchia città. L'attuale costruzione sulle
pendici del monte Igino, dove dal X sec. era venuta formandosi la nuova
città, è assegnata, secondo un'opinione accreditata, al XIV sec. e
si dice compiuta sotto il vescovo Pietro Gabrielli, con elementi di epoca
anteriore. La facciata, restaurata recentemente, ha pregevoli bassorilievi:
L'Agnello, I Quattro evangelisti ed un portale in linee semplici. Il
caratteristico interno ad una sola nave ad arcate acute presenta restauri e
rifacimenti del XVI sec.; caratteristico ancora l'altare maggiore formato da due
sarcofagi pagani sovrapposti. Nel tempio si conservano numerosi dipinti. Delle
molte chiese monumentali e storiche, in gran parte costruite secondo il
caratteristico tipo eugubino ad una sola nave con arcate trasversali a sesto
acuto, vanno notate: San Felicissimo, la più antica della città,
anteriore all'XI sec.; San Pietro, sorta presso la più antica fondazione
benedettina di
G., che raggiunse il massimo splendore nell'XI-XII sec.,
divenuta commenda nel XV, trasferita agli Olivetani nel 1523 e soppressa nel
1860. Il tempio monumentale superstite conserva, nella primitiva struttura
romanica, la facciata (bifora e piccolo portico); le rimanenti parti sono dei
secc. XIII-XVI; San Secondo: i documenti più antichi fanno memoria della
chiesa canonicale dei Santi Secondo e Agapio, sede dei Canonici Regolari di
Sang'Agostino, posta sotto la protezione apostolica; ma i primitivi santi
titolari, martiri africani, furono sostituiti da San Secondo, cui rimase il nome
della canonica abbaziale, mentre, per il prevalere e diffondersi del culto del
martire africano, leggendisti tardivi ne hanno narrato le gesta come di un santo
locale; l'edificio attuale è del XIII sec., con bel chiostro (XII sec.) e
vari rifacimenti posteriori. San Francesco, iniziata nel 1256 da fra Bevignate:
l'esterno è perfettamente conservato nelle sue linee gotiche, mentre
l'interno a tre navate con dodici colonne ottagonali è parziale
rifacimento del XVII sec. In un'antica cappella e nel chiostro annesso si
conservano alcuni affreschi. Sant'Agostino, costruita nel 1251: l'esterno
è nella forma originale, la facciata del XVII sec.; notevole la
composizione, nell'abside, di affreschi illustranti la vita di Sant'Agostino, di
Ottaviano Nelli (XV sec.). Santa Maria dei Laici, costruita dalla confraternita
dei Battuti Bianchi (1313); l'interno è un restauro del XVII sec. con
pregevoli dipinti (XIV-XV sec.) nella cripta. La basilica di Sant'Ubaldo, posta
sul "colle eletto" dove nel 1194 era stato trasportato il corpo del santo:
costruita sull'antica pieve di San Gervasio, fu ampliata nel XVI sec. Esiste a
G. una pinacoteca comunale che ha sede nel Palazzo de' Consoli, con
un'interessante raccolta nella quale è il notevole gruppo dei migliori
eugubini del XVI sec.; nello stesso palazzo ha sede il museo aperto nel 1908.
L'Archivio vescovile non possiede carte antiche; quello capitolare, con prezioso
fondo di pergamene (XI-XII sec.), si custodisce presso la residenza del
Capitolo, annessa alla cattedrale. L'Archivio comunale, nel Palazzo del
podestà (XIV sec.) conserva molti documenti, in gran parte provenienti
dagli antichi monasteri eugubini. Importanti sono le
Tavole Eugubine: 7
lastre di bronzo, 4 grandi più antiche, scritte sulle due facciate in
caratteri epicomici, e tre piccole più recenti in caratteri latini,
scoperte nel 1444 e vendute al Comune che le conserva nel Museo civico.
L'ordinamento canonico da 1 a 7 non corrisponde a quello effettivo del testo. Il
loro contenuto è soprattutto religioso.
Gubbio: il teatro romano (I sec. d.C.)